Intervista a Valentina Marchesini

Valentina Marchesini, Marketing Manager e Direttore Selezione e Sviluppo Risorse Umane di Marchesini Group.
Quali ragioni vi hanno spinto a partecipare a Cosmopack International Business Forum & Exhibition e qual è il bilancio di un evento di networking come questo?
Prendere parte a eventi come Cosmopack ci aiuta a trasferire le nostre competenze tecnologiche da un settore come il farmaceutico al settore della cosmetica, a cui stiamo destinando risorse crescenti. Cosmopack permette ad aziende specializzate come la nostra di cercare ulteriori opportunità di business. L’anno scorso abbiamo partecipato al Cosmopack Symposium a New York come esponenti della Packaging Valley italiana. Quest’anno siamo ancora qui, perché sappiamo che questo non è solo uno spazio espositivo, una fiera, ma una vetrina che ci permette di capire come si sta muovendo il mercato e soprattutto di trovarci faccia a faccia con potenziali, nuovi clienti. 

In termini di know how e produzione, quali sono gli aspetti che rendono la vostra offerta una proposta ad alto valore aggiunto per il mercato statunitense? Cosa rappresenta oggi il marchio “made in Italy” negli USA?
Partiamo dai dati: secondo Cosmetica Italia l'America è la quarta destinazione delle esportazioni italiane del comparto dopo Germania, Francia e Regno Unito. L’anno scorso la crescita delle esportazioni italiane negli Stati Uniti è stata del 16 per cento. Questo vuol dire che in America il marchio Made in Italy è sempre più ambito, perché è sinonimo di creatività. Il mercato americano è molto evoluto e ha bisogno di soluzioni frutto di una ricerca approfondita, che siano perfette dal punto di vista tecnico, replicabili su larga scala ma anche uniche, tagliate sulle specifiche del singolo cliente. In Italia siamo tra i pochi al mondo capaci di soddisfare tutti questi requisiti insieme. Non è un caso che come sistema Paese produciamo il 60% del make up mondiale. Noi come Marchesini Group siamo in grado di realizzare linee complete di confezionamento per i prodotti cosmetici, altamente tecnologiche e personalizzate per ogni cliente. In questo settore il prodotto, che si tratti di un profumo o di una crema, è fondamentale. E la confezione forse lo è anche di più. Per questo gli americani si rivolgono a noi. 

Quali sono le strategie messe in atto e i target che intendete raggiungere per accrescere il vostro business in quest’area? 
Mettiamo a confronto due dati: la filiera italiana della cosmesi nel 2014 ha avuto un fatturato di 13,4 miliardi di euro e secondo le stime dovrebbe crescere ancora del 3% l’anno prossimo. Il sistema Italia della cosmetica si sta quindi espandendo, e punta a un mercato come quello americano che rappresenta il 20% dei consumi mondiali nella cosmesi. Oggi, sul mercato della cosmetica in generale, e su quello americano in particolare, le strategie del nostro Gruppo sono legate alla realizzazione di macchine in cui le operazioni di cambio formato siano molto semplificate, obiettivo che si unisce alla volontà di integrare quanto più possibile le diverse operazioni di packaging. Questo per ridurre gli spazi occupati e il numero di operatori necessari per il funzionamento delle linee, così da incrementare i parametri di efficienza e tracciabilità, fondamentali per i cosmetici di alta gamma.