Farmindotto: si punta su Pharmintech per progettare la ripresa

L'indagine congiunturale dell'Osservatorio a consuntivo del primo semestre 2012 e in previsione del secondo evidenzia un momento di riflessione nel quale tecnologie e servizi andranno a rivestire un ruolo di determinante importanza.
L'onda lunga del ciclo economico che lambisce l'industria farmaceutica provoca un rallentamento anche per le aziende del suo indotto. Più che una frenata, sembra una pausa di riflessione, propedeutica a riorientare le strategie verso un mercato che, all'incertezza sul versante interno determinata dalla ristrutturazione del settore ed accelerata dalla spending review, ha sommato nell'ultimo semestre anche indicazioni di una crescita meno veloce delle economie emergenti più vivaci sul panorama internazionale. Questo è, in sintesi, quanto emerge dall'indagine congiunturale sull'indotto Pharmintech - l’insieme delle industrie a monte della produzione farmaceutica - a consuntivo del primo semestre 2012 e con le previsioni per la seconda metà dell'anno. Lo studio è curato dal prof. Giampaolo Vitali del Gruppo Economisti d'Impresa, per l'Osservatorio che prende il nome della fiera internazionale Pharmintech, la cui prossima edizione si terrà a Bolognafiere dal 17 al 19 aprile 2013. L'analisi aggregata dei dati forniti dalle imprese dell'indotto farmaceutico italiano evidenzia fatturato sostanzialmente stabile nel 44% delle imprese, con lieve prevalenza delle aziende che ne hanno registrato una diminuzione nella prima frazione dell'anno. L'export resta costante per il 60% delle imprese, a fronte di una modesta prevalenza di quelle che ne segnalano un calo (22% rispetto a 18%). La stessa dinamica si riflette sul versante occupazionale. Nell'analisi settoriale, le performance migliori in termini di fatturato sono quelle dei servizi (stabilità 70%, aumento 24%, diminuzione 6%), che mostrano una congiuntura positiva anche per l'export (in crescita per ben il 47% del campione, a fronte di nessuna diminuzione) e per l'occupazione. Più difficile la situazione per i materiali e, soprattutto, per i macchinari, che mettono a consuntivo un primo semestre sostanzialmente riflessivo per tutti e tre gli indicatori, laddove comunque il dato prevalente è quello della stabilità rispetto al semestre precedente. Lo schema non cambia guardando alle aspettative delle imprese per il secondo semestre del 2012: segno che è la prudenza a dominare, con un certo ottimismo che scalda solo le valutazioni riguardanti la domanda estera, dato trasversale ai tre settori, con la maggioranza delle imprese che indica stabilità e, solo nel segmento dei macchinari dove la congiuntura è oggettivamente più difficile, una lieve prevalenza della diminuzione degli ordini. Trovano conferma le previsioni di consolidamento della ripresa nella prima parte del 2012 che erano state formulate dalla precedente indagine dell'Osservatorio Pharmintech. Al contrario, non ci si aspettava una tale incertezza della domanda internazionale, punto tradizionale di forza delle imprese dell'indotto, che rallenta il ritmo di una crescita che negli ultimi anni è stata particolarmente vivace sui mercati esteri. Ne derivano interrogativi sui futuri sviluppi del comparto, ai quali fornirà un positivo contributo il confronto tra le proposte tecnologiche che saranno protagoniste a Pharmintech  2013, esaltando il ruolo della fiera come momento di scelta e di rilancio degli investimenti in tecnologie. La riorganizzazione di cui è oggetto il comparto farmaceutico, accanto alle incertezze sulle prospettive, rappresentano anche un'opportunità per il rinnovamento e l'ottimizzazione delle produzioni permessa dall'avanzamento tecnologico, potendo contare sui grandi progressi delle tecnologie e sullo sviluppo di sistemi di gestione. Il campione su cui si è sviluppata l’indagine dell'Osservatorio Pharmintech è stato ulteriormente ampliato ed affinato: attualmente è formato da 151 imprese, che occupano nel complesso circa 20.000 addetti e  fatturano circa 5 miliardi di euro; si tratta in modo sostanzialmente omogeneo di grandi, medie, piccole e micro imprese dei settori dei macchinari, dei materiali e dei servizi, tutte accomunate dal fatto che buona parte del fatturato deriva loro dalla filiera farmaceutica.
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