Il cartone "salvapizza" che protegge anche l'ambiente

Presentato il nuovo prototipo di “contenitore doc” in cartone per pizza da asporto, frutto di una sperimentazione condotta da Comieco, dai produttori di imballaggi in cartone, dai maestri della pizza e dai produttori delle migliori materie prime.

Va forte il consumo di pizza da asporto in Italia e i recenti Mondiali di calcio sudafricani sono stati un’ulteriore occasione di conferma, come rileva un’indagine condotta da AstraRicerche per Comieco, da cui è emerso che mangiare la pizza all’interno delle mura di casa è ormai un’abitudine per 9 italiani su 10, con una media di almeno 1 volta a settimana per il 22,4%.


Circa la metà degli intervistati teme però che la qualità della pizza da asporto non sia come quella desiderata, soprattutto a causa del tempo che passa dalla cottura al consumo. In questo senso il contenitore, considerato molto importante dal 45% degli intervistati, ricopre un ruolo chiave, superando altri parametri come il rispetto dei tempi di consegna della pizza (43,4%) e la velocità nell’ordinazione (37,9 %): è lui, infatti, a contribuire al prolungamento della fragranza dell’alimento perché rimanga buono come appena fatto.


A innovare e migliorare ulteriormente la qualità dell’imballaggio per la pizza d’asporto, di cui annualmente in Italia vengono prodotti 450 milioni di pezzi per il mercato estero e circa 170 milioni per quello interno, ci ha pensato un pool di esperti (IPI - Gruppo Seda, Future Brand, Enzo Coccia Maestro Pizzaiolo, Annalisa Spa, Antico Molino Caputo) che, in collaborazione con Comieco - Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica - ha realizzato un prototipo “salvapizza” in cartone, presentato lo scorso luglio a Napoli.


Qualità dentro e fuori


Oltre a garantire le condizioni igienico-sanitarie - al secondo posto (53,6%) nei criteri di selezione della pizzeria subito dopo la qualità stessa della pizza (63%) - imprescindibili per un contenitore come questo che risulta idoneo ad accogliere un prodotto alimentare in quanto realizzato con carte vergini stampate con inchiostro alimentare, il nuovo prototipo, in cartoncino microonda, permette alla pizza di “respirare” grazie alle apposite fessure laterali, che consentono al vapore di uscire ma proibiscono all’aria di entrare, preservando più a lungo il profumo e la fragranza della pizza.


Nella realizzazione del salvapizza, inoltre, particolare attenzione è stata dedicata alle possibilità di riciclo del contenitore usato. Il cartone del prototipo di salvapizza, infatti, può essere facilmente diviso in due parti: la parte superiore, quella non intaccata da sugo e mozzarella, può essere così staccata e finire tra i materiale “buoni” da riciclare. Un elemento significativo se si pensa che, secondo quanto emerso dalla ricerca, l’85,3% degli intervistati utilizza il cartone proprio come piatto per mangiare la pizza e, se 1 italiano su 6 butta – per scelta o necessità - il cartone nella raccolta indifferenziata, ben il 70,6% lo butta, invece, nella raccolta differenziata della carta.