D'altra parte, era chiaro già prima dell’avvento della pandemia che le aziende, nei settori più variegati, si stavano sempre più orientando verso metodi di produzione rispettosi dell'ambiente e sostenibili. L'aumento dell'utilizzo di imballaggi a base di carta è un segno di questo sviluppo che non è certo passato inosservato e che è destinato a continuare anche nell’anno in corso. Sempre più aziende stanno scegliendo di utilizzare per i loro imballaggi soluzioni paper-based, in tutto o in parte.
Attingere a materie prime rinnovabili a base di fibre è la scelta più ovvia, considerando che il tasso di riciclo della carta in paesi come la Germania supera il 90%. Questo trend costruisce contemporaneamente la transizione alla tendenza successiva, che crea un macrocosmo da un microcosmo.
L’APPROCCIO “CRADLE-TO-CRADLE”
La tendenza davvero grande per i prossimi anni sarà legata al concetto di economia circolare. Dagli anni ’90 esiste una precisa espressione per definire questo approccio: cradle-to-cradle (C2C), solitamente reso in italiano come dalla culla alla culla o anche progettazione rigenerativa. I modelli C2C si pongono l’obiettivo di creare un sistema sostenibile che sia rispettoso della vita e delle generazioni successive, dalla nascita di una generazione a quella successiva (da qui il nome dalla culla alla culla). L'idea è quindi quella che la riutilizzabilità e la riciclabilità al 100% possano essere raggiunte lungo l'intera catena di produzione. Un obiettivo sicuramente ambizioso e stimolante.
Secondo Carolina E. Schweig, una consulente indipendente per il confezionamento, il futuro del settore va in questa direzione: "L'industria dovrebbe, o meglio deve, concentrarsi maggiormente sui processi olistici, non solo sui mezzi e sui materiali di confezionamento. Chiunque stia già cercando di utilizzare un approccio dalla culla alla culla rafforzerà tale attenzione ma anche tutti gli altri devono fare i conti con questo concetto, e non solo per efficacia e redditività. Fa bene al portafoglio e all'ambiente".
Parte di questa filosofia di processo consiste non solo nel passare a materiali di imballaggio più sostenibili, ma anche nel chiedersi quali elementi del prodotto stesso potrebbero essere cambiati radicalmente.
La direzione per il 2022 è quindi chiara: una filiera di produzione olistica, risparmio di risorse e riciclo. Resta da capire come l'industria si muoverà per raggiungere questo obiettivo, con quali mezzi e se i consumatori siano pronti a sostenere eventuali costi aggiuntivi.