Intervista a Fabio Rossello

Fabio Rossello, in qualità di presidente dell'associazione confindustriale partner dell'iniziativa internazionale di Cosmoprof, risponde alle domande rivolte a NYC da Rassegna Imballaggio insieme ad altri colleghi giornalisti. È l'occasione per rivolgere uno sguardo complessivo al ruolo dell'export italiano nel mondo.
Presidente, siamo a Cosmopack NYC, come vede la partnership fra BolognaFiere Cosmoprof e Cosmetica Italia?
Quella tra Cosmetica Italia e BolognaFiere è una vera e propria sinergia che dura ormai da lungo tempo: in Italia, non esistono molti casi analoghi in grado di raccontare una vera e propria eccellenza del nostro Paese. La positiva e costante collaborazione con BolognaFiere è l’ulteriore conferma della vitalità della filiera cosmetica che, grazie alla solidità del sistema industriale italiano, anche con queste manifestazioni esprime capacità e valori imprenditoriali che sono elementi di tenuta competitiva in Italia e nel mondo. Nello specifico, il valore della produzione industriale, di oltre 9.300 milioni di euro, conferma la reattività del comparto in momenti ancora difficili per la ripresa dei consumi: atteggiamento che trova conferma sui mercati internazionali, dove l’offerta italiana ha potuto esprimere tutte le sue capacità e potenzialità registrando nel 2014 un +5%. Ci sono inoltre indicatori industriali che arricchiscono questa eccellenza come la qualificata occupazione, il costante investimento in ricerca e innovazione e una solidità finanziaria spesso non considerata.

Come possiamo leggere le possibilità della città che ci ospita?
Cosmopack NY nasce con l’intento di verificare  e approfondire le potenzialità  di sviluppo offerte dal mercato statunitense. Nonostante la vastità e la natura composita di quest’area, gli Stati Uniti sono un’importante  destinazione per l’export cosmetico italiano: nel 2014 gli USA sono stati il  quarto mercato di destinazione per i cosmetici prodotti in Italia  (il primo al di fuori dell’Europa) con una crescita rispetto all’anno precedente del 16%. La scelta di organizzare proprio a New York l’International Business Forum & Exhibition è sicuramente strategica. La Grande Mela è infatti un punto nevralgico in grado di far incontrare i nostri imprenditori con i buyer locali.

Come interpreta il ruolo di Cosmopack all'interno del mondo Cosmoprof?
Cosmopack si occupa di servizi alle imprese e alla filiera del cosmetico, mentre con Cosmoprof siamo più nell’ambito del retail, dell’azienda, del brand che si interfaccia direttamente con il consumatore e con il distributore che va sul consumatore. Il mondo del Cosmopack riveste senza dubbio un ruolo cruciale: basti pensare che la filiera cosmetica, dagli ingredienti ai macchinari, compresi packaging e prodotto finito, nel 2014 ha sfiorato i 13.500 milioni di euro con una stima di crescita del 3% per il 2015. Un’ulteriore conferma dell’eccellenza non solo dei singoli anelli della catena, ma della capacità di essere un sistema integrato e competitivo.

Che parte gioca l'Italia?
Analogamente al mondo del fashion, la cosmesi italiana è ampiamente apprezzata per la sua creatività e l’indiscussa qualità dei suoi prodotti. È questo un dato importante perché significa che l’orientamento dei trend setter è pensare all’Italia come un valore. Forse questo aspetto è meno evidente per noi italiani, ma è un elemento di grande impatto per gli altri. Del resto, i dati parlano chiaro: oltre il 60% del make up distribuito del mondo è prodotto in Italia. Tra i cosmetici, i prodotti per il trucco richiedono un particolare bilanciamento tra ricerca e innovazione e la nostra capacità di interpretare e proporre i trend e le esigenze del mercato, Ricerca, qualità e creatività sono quindi il mix che siamo in grado di proporre e il Cosmopack beneficia di questo. Le aziende italiane formano un circolo virtuoso e qui, proponendosi in manifestazione, riescono a creare dei B2B con altre imprese interessate alla distribuzione e alla produzione.

L'Italia esporta sia i prodotti di cosmetica, sia soluzioni di imballaggio e soluzioni tecnologiche.
Sì, non a caso Cosmopack ha questo sottotitolo: “solutions for the beauty industry”. Non è solo packaging, si parla di soluzioni e servizi. I nostri terzisti sono in grado di proporre delle soluzioni che costituiscono un fiore all’occhiello del nostro settore. Le imprese produttrici di cosmetici che prendono parte all’appuntamento offriranno ai buyers locali tutta la competenza e la flessibilità competitiva del sistema Made in Italy: un mix virtuoso di tecnologia, innovazione, creatività, qualità e sicurezza del prodotto cosmetico. L’offerta italiana è ben nota agli operatori internazionali, al punto che conquista sempre maggiori quote di mercato sia nella aree tradizionali che in quelle emergenti. 

Oggi i dati sui prodotti per capelli erano interessanti.
Nonostante in Italia il canale professionale dell’acconciatura abbia subito nel primo semestre del 2015 una contrazione del 2,6% rispetto all’anno precedente, sono proprio i prodotti per la cura di capelli e cuoio capelluto a registrare tra le maggiori quote di export verso gli Stati Uniti (circa 67 milioni di euro con una crescita del 9,9% nel 2014). 

Tutti gli indicatori stanno parlando di segnali di ripresa…
Questo è vero, ma credo ci vorranno ancora alcuni anni per riprendere le posizioni competitive del passato. Nonostante la crisi e il calo generalizzato dei consumi degli ultimi esercizi, il nostro settore non ne ha risentito in modo significativo, come invece è accaduto ad altri comparti, e ha saputo incorporare la crisi senza registrare gravi perdite. Ora abbiamo uno spostamento di ricchezza a est; crediamo che l’Asia, a cui ci rivolgiamo attraverso Cosmoprof  Hong Kong, sia uno dei mercati più interessanti da questo punto di vista, perché ha grandi potenzialità di sviluppo e risorse. 

Questo modello del Symposium potrebbe essere un modello anche per il futuro per entrare in  location diverse?
Sì, la nostra opinione è che vadano valutati altri Paesi, quali ad esempio l’America Latina.
Questo format offre la possibilità da un lato di  creare relazioni nel mondo delle filiere, dall’altro di capire quanto siano realizzabili progetti più strutturati.

Qual è la situazione del panorama fieristico?
Oggi fare fiere nel mondo non è facile, i guru della comunicazione e del business cinque anni fa  dicevano che le fiere erano morte, avendo perso la loro utilità con l’avvento di internet. Tuttavia le fiere non sono per niente morte e i dati record di espositori e visitatori che Cosmoprof ci comunica nelle sue declinazioni internazionali parlano di un format di successo che continua a crescere. È però importante che le fiere si evolvano e non rimangano una semplice una vetrina, ma sappiano diventare delle vere piattaforme B2B, in grado di offrire un servizio, arricchito poi da un ricco programma di conferenze, tavole rotonde, momenti di dibattito e confronto su temi anche più mirati e tecnici. 

Qual è il ruolo di Cosmetica Italia?
Cosmetica Italia è un punto di riferimento nell’elaborazione e diffusione di informazioni di carattere normativo e tecnico, oltre che di indagini di mercato. Proprio sul fronte regolatorio l’Associazione dialoga attivamente con le istituzioni sia a livello nazionale che europeo, attraverso la collaborazione con Cosmetics Europe, l’associazione europea del settore. Tra gli obiettivi della mia presidenza ho inoltre chiesto di investire sulla reputazione del settore, con l’intenzione di far conoscere maggiormente il comparto cosmetico e le sue sfaccettature. I nostri imprenditori sono concreti e non sempre si preoccupano di farsi conoscere. Tuttavia ritengo che sia fondamentale far emergere le peculiarità di un settore che può a pieno titolo essere annoverato tra le eccellenze del made in Italy.

Come vede il futuro di Cosmoprof?
Ritengo che il Cosmoprof in futuro debba puntare su attività di forte attrattività per i consumatori e continuare ad investire sulla qualità delle sue proposte. Accanto al fenomeno in ascesa del nail, il contoterzismo è indubbiamente un ambito che negli ultimi anni ha costruito e potenziato il proprio ruolo all’interno della fiera. La capacità di adattarsi, seguire e soprattutto anticipare le tendenze e le richieste del mercato sarà una strada da seguire per mantenere viva questa manifestazione.

Le piccole-medie industrie sono quelle che ci tengono in piedi
È una peculiarità del nostro Paese: nel bene e nel male dobbiamo sempre ricordare che il tessuto dell’Italia è costellato di piccole e medie imprese.
Certe piccole medie imprese italiane hanno addirittura, in questi anni di crisi, aperto delle manifatture qui negli Stati Uniti
Ci stiamo muovendo come sistema Italia in modo corretto. In particolare per quanto riguarda le fiere, grazie al contributo del Ministero dello Sviluppo Economico, stiamo cercando di realizzare e promuovere un’immagine comune per la nostra nazione. Avere una fiera come Cosmoprof, che è leader mondiale del settore, significa infatti avere un ritorno di immagine positivo anche per l’intero Paese.

Un’ultima domanda…lei ha parlato di sistema Italia, ma dov’è il made in Italy, cosa significa Made in Italy? 
Comincio dicendo che sono veramente orgoglioso di essere italiano, il nostro è un Paese libero, è la patria della storia, è sede di numerosi siti UNESCO e culla di una fiorente cultura. Dovremmo sempre tenere a mente queste considerazioni e non concentrarci unicamente sulle difficoltà nazionali. Definire cosa sia il made in Italy è un compito complesso. Potremmo addirittura dire che il made in Italy è un brand che veicola i nostri valori, in primo luogo la peculiarità dei nostri prodotti, che possono piacere o meno, ma la cui qualità è indiscutibile. Lo stesso vale per la creatività: in pochi posso eguagliare la nostra capacità nell’essere creativi. Possediamo, infatti, qualcosa che è indescrivibile ed è il nostro apprezzato modo di vivere, che include la capacità di adattarsi al cambiamento e proporre in modo costante soluzioni dalla forte componente estetica, ma sempre innovative e ricercate.