Nuovi trend nel settore del caffè

Crescono i consumi e la diffusione dei sistemi porzionati, che interessano sia la Grande Distribuzione Organizzata che il canale Horeca, con una vera e propria esplosione dell’e-commerce. In aumento anche la richiesta di soluzioni tecnologicamente avanzate, che uniscano praticità d’utilizzo, qualità della bevanda erogata e sostenibilità. Tutto ciò a vantaggio dei costruttori di macchine che devono rispondere alla domanda di soluzioni sempre più eterogenee.
Nel settore beverage l’oro nero è il caffè, che condivide con il petrolio – quand’è in forma di infuso – il colore scuro e il cui valore viene misurato in forma grezza, nello specifico in “sacchi”, sui mercati internazionali. Le analogie si fermano però qui, dato che il caffè ha effetti assai più benefici per l’organismo ed è meno inquinante anche se, come vedremo, la filiera è ben lungi dall’essere “green”.
L’oro nero è un prodotto caratterizzato da caratteristiche organolettiche molto specifiche e che, commercialmente, si muove secondo dinamiche tutte sue, che lo distinguono nettamente dalle altre bevande in ambito beverage. Unico anche per tradizione e diffusione, l’oro nero ha ormai messo radici profonde nelle abitudini di buona parte della popolazione mondiale, al punto che le poche aree che ancora “resistono” alla sua diffusione sono il sud est asiatico e la Cina, che resta maggiormente legata al consumo di tè. Due le principali qualità esportate, afferenti a due differenti piante d’origine: l’Arabica e la Robusta, con la prima comunemente considerata qualitativamente migliore - contiene meno caffeina ed ha un gusto più delicato - mentre la seconda è decisamente più forte ma meno ricercata. I blend realizzabili miscelando le due varietà, che differiscono anche a seconda dell’origine e della qualità, sono innumerevoli. Se a questo si aggiunge le possibilità di mix con mille altre tipologie di prodotti, tra cui cioccolato e latte, si capisce come la tipologia di miscele e di gusti realizzabili sia pressoché infinita.

Soluzioni compatibili e sistemi chiusi
Relativamente ai consumi, non possiamo che parlare del porzionato, con particolare riferimento al confezionamento in capsula. È questa infatti la tipologia che consente di confezionare e diffondere sui vari canali (Horeca, Vending, Grande Distribuzione Organizzata, E-commerce…) il caffè con un concorrenziale rapporto qualità/prezzo. La tipologia della cialda in carta filtro è invece fortemente distaccata dalla capsula, vera e propria regina del settore, ma mantiene comunque una percentuale costante del mercato. I primi sistemi in capsula, il cui pregio principale risiede in un’estrema praticità d’utilizzo a fronte di un’eccellente qualità della bevanda erogata, sono apparsi già negli anni ’90 del secolo scorso, ma il mercato è di fatto nato con le macchine Nespresso e la successiva “liberalizzazione” di tale formato nel 2012, dovuta alla scadenza del brevetto. Questo ha favorito il proliferare delle torrefazioni che hanno offerto soluzioni compatibili. Oggi la galassia del caffè, sia che si parli di GDO che di Horeca, è sempre più orientata verso i sistemi porzionati e sempre meno verso il macinato. Negli ultimi anni, oltre alla tipologia “Nespresso”, si sono affermati numerosi altri sistemi, tra cui le capsule “A modo mio” e “Lavazza Blu”, mentre sul mercato Nord Americano il predominio è del tipo “Keurig”, un sistema proprietario basato su una capsula di grandi dimensioni, che eroga una bevanda diluita secondo il gusto locale e, al contempo, si presta alla creazione di “mix” assai eterogenei. In ambito Europeo negli ultimi anni si sta assistendo a una diffusione capillare del formato “Dolce Gusto”, che consente una conservazione eccellente del prodotto, ottime caratteristiche di barriera e, ultima ma non ultima, la possibilità di produrre numerosi blend (Cortado, Cappuccino etc.). Un discorso a parte merita il contesto dell’e-commerce,  ambito che negli ultimi anni è davvero esploso. Gli ultimi dati divulgati da “Idealo”, portale specializzato nella comparazione dei prezzi, parlano di un interesse da parte dei consumatori che, soltanto nel nostro paese, nel 2017 è cresciuto del 124% rispetto all’anno precedente.

La capsula: orizzonti tecnologici
I temi della tracciabilità e dell’anti-contraffazione stanno prendendo piede anche nel settore del caffè porzionato seppure, almeno per il momento, con applicazioni su gamme di prodotto di grande qualità e in ambiti differenti dalla GdO. A differenza di altri settori (farmaceutico in primis), che sono fortemente interessati dal fenomeno della contraffazione e, conseguentemente, sono soggetti a normative internazionali molto specifiche e rigide, la tracciabilità in questo contesto serve principalmente come “arma di marketing”, consentendo di garantire al cliente la qualità di prodotti premium, ma non viene comunque richiesta a prescindere. Due concetti che invece stanno diventando imprescindibili, anche sull’onda di una rinnovata sensibilità ambientalista da parte dei consumatori, sono la compostabilità e la riciclabilità. Nel primo caso, parliamo di capsule che, anche in caso di dispersione nell’ambiente, sono in grado di diventare “compost” (materiale non inquinante simile a terriccio) sfruttando la biodegradabilità dei materiali e rappresentando, de facto, una soluzione ecologica e sostenibile al 100%. Nel caso delle capsule riciclabili, la caratteristica è quella di poter essere facilmente smaltite dall’utente - ovviando ai problemi che riguardano tutti quei packaging composti di materiali diversi -  per poi essere ritrasformate e riutilizzate all’interno della filiera.

L’approfondimento integrale, a cura di Riccardo Ceredi, è stato pubblicato sul numero 7 di Rassegna dell’Imballaggio.