Symposium sul pomodoro, giornata di studi di Agriscilia

Si è tenuta la seconda edizione dell’evento dedicato al pomodoro, con un focus particolare sulle tecniche colturali e commerciali spagnole e le problematiche italiane.
L’esperienza dei sementieri spagnoli, le normative di tutela del paese vicino, le leggi di tutela delle varietà. Ma anche l’organizzazione produttiva iberica e le modalità di commercializzazione. Sono questi alcuni dei temi affrontati giovedì 9 novembre, a Comiso, nell’auditorium “ex mensa ufficiali” nel corso del secondo “International Symposium on Tomato Genetics for Mediterraean Region”, il convegno dedicato al pomodoro ed alle problematiche legate alla produzione ed alla commercializzazione del prodotto principe della produzione orticola del Meridione e della Sicilia in particolare. Nazione partner era appunto la Spagna (nella precedente edizione 2015 era stato Israele).

Al convegno hanno preso parte 292 persone, in rappresentanza di grandi cooperative, numerosi tecnici della zona da Gela a Pozzallo, agronomi libero professionisti. Molti gli interventi e le domande dal pubblico, a conferma dell’interesse suscitato dalle tematiche affrontate, tutte di alto livello scientifico ed economico. La prossima edizione del Symposium si terrà nel 2019: paese partner sarà la Turchia.

Francisco Petit, direttore tecnico e responsabile del settore ortaggi di Anove, e Antonio Villaroel, segretario generale di Anove (l’associazione che raggruppa le ditte sementiere spagnole) hanno illustrato la realtà iberica. In Spagna, la tutela varietale è garantita da una normativa molto rigida. I tecnici di Anove possono recarsi nelle aziende a cui sono state vendute le sementi e possono effettuare le verifiche necessarie. La tutela della proprietà intellettuale e la gestione legale sono affidati a GESLIVE: oggi ci sono circa 500 procedimenti già avviati per la tutela varietale. I centri di ricerca svolgono in Spagna un ruolo importante per verificare e controllare la correttezza delle produzioni .

Di rilievo anche i temi affrontati al mattino da Luigi Pasotti, del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti (Osservatorio delle Acque) che ha analizzato il problema dei cambiamenti climatici (ondate di freddo, ondate di caldo anomale – rispettivamente gennaio ed agosto 2017, aumento delle temperature, siccità, nubifragi) e delle conseguenze sulle colture, presentando la situazione delle temperature e delle anomalie climatiche negli ultimi 50 anni. “Gli ultimi anni – ha detto – sono stati caratterizzati da ondate di freddo decisamente gravi, anomali. Ad esempio, nel gennaio 2017 ci sono state due ondate di freddo estreme. Nella prima decade di agosto, si è registrata un’eccezionale ondata di caldo”. Altro tema quello delle piogge: “Gli effetti del cambiamento climatico sul regime pluviometrico non sono chiari. Nel 2017 abbiamo avuto una siccità 'storica', come non si registrava dal 2002. Il volume disponibile degli invasi negli ultimi 20 anni è diminuito. Il 2017 fa registrare il punto più basso di quantità di acque disponibili”. Ha, inoltre, analizzato il problema dei patogeni provenienti da altri paesi. “Bisogna investire sugli antagonisti naturali – ha aggiunto – È necessario il controllo sul materiale di propagazione”.

Tra gli altri ospiti, Alberto Lipparini, segretario generale di Assosementi, ha presentato la realtà produttiva del pomodoro oggi in Italia. “Il settore sementiero – ha detto - vale oggi 700 milioni di euro. Oggi 19/20 aziende detengono la fetta maggiore del mercato. Oggi in Italia ci sono 40.000 ettari coltivati per la produzione di sementi, con una concentrazione soprattutto in Emilia Romagna e Marche”. Lipparini ha analizzato situazione del mercato nel 2017: una campagna difficile a causa degli eventi climatici. I prezzi bassi spesso non permettono ai produttori di coprire i costi di produzione. In Italia, il mercato poco organizzato, la frammentazione dell’offerta e l’eccesso di merce fanno calare la competitività. Il prodotto a pieno campo ha visto l’aumento del 10 per cento della produzione. Il prodotto in serra, invece, è in calo anche a causa degli attacchi di varie malattie (oltre che degli eventi climatici).

Il convegno si è concluso con una tavola rotonda su “Innovazione, qualità ed etica: le armi per competere”. Vi hanno preso parte: Roberto Della Casa, dell’Università di Bologna, Stefano Soli, di Valfrutta fresco, Giuseppe Giannilivigni, di Coop Italia, Salvatore Cannizzo, che sta promuovendo la nascita del Distretto Pomodoro della Sicilia Est, per dare competitività al prodotto e per garantirne la qualità, Rodolfo Zaniboni, che ha presentato il progetto “Road to quality”, il progetto avviato da Assosementi per garantire e certificare la tracciabilità.

Il giorno dopo (10 novembre) si è svolta, nella stessa sede, la prima “Giornata di studio sull’agricoltura sostenibile”: un momento di studio su microrganismi, micorrize, biopromotori della crescita e biostimilanti, in grado di aumentare l’efficienza d’uso dei nutrienti, la tolleranza a stress abiotici e la qualità delle produzioni agricole. La ricerca è stata commissionata da Agrisicilia ai laboratori dell’Università di Napoli – Portici.