Nel progettare una bottiglia di PET per acqua minerale è necessario prestare particolare attenzione alla viscosità intrinseca della resina, indice correlato alla lunghezza delle catene polimeriche.
Il Pet bottle grade è solitamente un copolimero, dove una piccola quantità di modificanti facilita l’iniezione, migliora la cristallinità del materiale, la resistenza della bottiglia alla pressione interna e l’uniformità degli spessori. I grandi impianti di imbottigliamento producono in proprio le bottiglie, partendo da preforme. La soluzioni sono due: One step “hot preform” e Two-Steps “cold preform”. Nel primo caso un’ unica macchina passa dal granulo alla bottiglia: la preforma calda è avviata subito al soffiaggio, con indubbi vantaggi in termini di risparmio energetico, aspetti logistici ed annullamento di danni da trasporto. Il sistema Two-Steps opera in due tempi: lavorazione della preforma e ripresa di questo semilavorato per ricavarne le bottiglie. Nel caso delle bottiglie di PET la movimentazione è prevalentemente neck – handling. Il settore delle acque minerali è stato tra i primi a fruire dei monoblocchi che raggruppano in una unica struttura risciacquo, riempimento, chiusura ed etichettatura della bottiglia. Le stazioni di risciacquo sono rotative verticali a 360°, con iniezione d’ acqua sterile e drenaggio multi angolare. Un’unica riempitrice consente d’imbottigliare acqua piatta o acqua gassata, purché si abbiano due precise accortezze: qualora si imbottigli acqua gassata la campana deve resistere a pressioni di almeno tre volte rispetto alla carbonatazione ed è inoltre necessario tenere presente che se i rubinetti usati per l’acqua gassata sono sempre utilizzabili anche per l’acqua piatta non è sempre vero il contrario. La tappatrice prevede una testa di avvitamento formata da un corpo porta testa, da una molla di compensazione e da una ghiera di regolazione dei magneti. La testa trasmette un moto rotatorio alla capsula grazie ad un giunto magnetico tarato ad una determinata coppia di torsione.