I modelli di consumo di prodotti alimentari e imballaggi si evolvono

L’istituto di ricerca Norstat ha analizzato, per conto del produttore tedesco di banda stagnata thyssenkrupp Rasselstein, l’evoluzione del comportamento dei consumatori a seguito della pandemia di coronavirus e della guerra in Ucraina, in particolare per quanto riguarda gli imballaggi alimentari. Il sondaggio indica che gli imballaggi in banda stagnata riscuotono un apprezzamento sempre maggiore presso i consumatori.
Negli ultimi anni lo scenario mondiale e l’economia sono cambiati radicalmente. In alcune regioni si registra una scarsità di beni, mentre l’incertezza economica è aumentata e il comportamento d’acquisto di molti consumatori è mutato. L’istituto di ricerca Norstat ha analizzato, per conto del produttore tedesco di banda stagnata thyssenkrupp Rasselstein, l’evoluzione del comportamento dei consumatori a seguito della pandemia di coronavirus e della guerra in Ucraina, in particolare per quanto riguarda gli imballaggi alimentari. Nell’ottobre 2023 l’istituto ha quindi intervistato un campione rappresentativo di 7042 persone in ben sette Paesi europei (Germania, Francia, Spagna, Italia, Regno Unito, Svezia e Polonia). 

“I risultati mostrano come i consumatori abbiano adottato un comportamento d’acquisto diverso rispetto a pochi anni fa. Fanno più scorte e anziché acquistare in modo spontaneo e d’impulso, i loro acquisti sono più mirati. Anche il rapporto con gli imballaggi alimentari è cambiato. La scatola per alimenti gode ora più che in passato di un posto fisso nelle dispense dei consumatori ed è ritenuta da molti più sostenibile e pratica rispetto al periodo pre-crisi. Gli altri materiali da imballaggi, come plastica e alluminio, sono invece meno richiesti”, commenta così i risultati Nicole Korb, responsabile della comunicazione di prodotto di thyssenkrupp Rasselstein. 

I consumatori europei fanno più scorte


Nel corso degli ultimi anni, in molti Paesi europei alcuni prodotti hanno fatto registrare una disponibilità ridotta o addirittura assente. Un numero crescente di consumatori ha quindi iniziato a pensare a lungo termine mettendo da parte scorte di alimenti. Circa un terzo degli intervistati (31%) dichiara di fare ora più scorte, mentre in Spagna la percentuale di coloro che mette da parte maggiori quantità di prodotti alimentari per periodi di tempo più lunghi rispetto a prima della crisi arriva addirittura al 44%. 

“I problemi delle filiere di fornitura hanno invariabilmente portato a un’irregolare disponibilità di alcuni alimenti. Le scorte possono essere una buona precauzione. Allo stesso tempo, molto spesso per i consumatori è più conveniente acquistare un maggior quantitativo di prodotti in una volta sola in tempi di fluttuazione dei prezzi, così da ammortizzare eventuali aumenti futuri”, afferma Nicole Korb. 

I risultati mostrano anche un approccio alla spesa più calcolato e pianificato da parte dei consumatori. Nel complesso, una persona su quattro acquista meno spontaneamente e oltre la metà (56%) presta ora maggiore attenzione al prezzo rispetto a qualche anno fa. In Francia (28%) e in Spagna (32%), le persone sono nettamente meno propense a fare acquisti spontanei rispetto alla media. 

“I consumatori si lasciano meno trascinare dall’improvviso impulso ad acquistare. Al contrario, l’acquisto di grandi quantitativi di prodotti e le scorte di alimenti sono aspetti divenuti più importanti dell’andare velocemente al supermercato a comprare qualcosa per la cena”, constata Nicole Korb. Allo stesso tempo si riscontra una tendenza all’autosufficienza: il 36% dei consumatori, infatti, esce meno spesso a pranzo o cena e preferisce invece cucinare a casa propria. Gli acquisti di prodotti alimentari sono quindi divenuti più importanti.

La banda stagnata conquista i consumatori di diversi Paesi europei 



Molti consumatori hanno sviluppato una diversa consapevolezza per quanto riguarda la scelta degli imballaggi alimentari. Il sondaggio indica, infatti, che gli imballaggi in banda stagnata riscuotono maggiore apprezzamento presso i consumatori. Il 14% acquista più scatole per alimenti rispetto al periodo antecedente la pandemia di coronavirus e la guerra in Ucraina. Sebbene il 72% delle persone acquisti in media lo stesso numero di scatole, nei singoli Paesi degli intervistati si registrano oscillazioni più rilevanti. In Spagna, quasi un quarto (24%) dei consumatori acquista più scatole per alimenti e nel Regno Unito la percentuale è del 15%. Secondo l’indagine, complessivamente l’86% degli intervistati acquista la stessa o una maggiore quantità di alimenti in scatole di banda stagnata. 

Tale percentuale rispecchia i risultati ottenuti con la domanda relativa alle scorte. Chi tende a fare maggiori scorte, preferisce puntare, ove possibile, sugli imballaggi in banda stagnata, in quanto le scatole sono impilabili l’una sull’altra e consentono di risparmiare spazio. Inoltre, essendo la banda stagnata opaca preserva sia i valori nutrizionali sia la qualità del gusto degli alimenti che contiene, ragion per cui la scatola è ideale per conservare gli alimenti per lunghi periodi di tempo. Queste qualità trovano un chiaro riscontro anche nel sondaggio. 

Rispetto a qualche anno fa, più della metà (54%) degli acquirenti afferma infatti che gli alimenti in scatola sono facili da conservare. Quasi due terzi dei tedeschi (65%) e più di un francese su due (60%) sono convinti della buona conservabilità delle scatole per alimenti. Allo stesso tempo, un terzo dei consumatori (33%) le trova più pratiche, come anche il 40% dei consumatori italiani e il 41% di quelli spagnoli. 

La banda stagnata ha guadagnato terreno tra i consumatori anche sotto il profilo della sostenibilità: il 15% afferma infatti di ritenere la banda stagnata più sostenibile oggi rispetto al 2020; in Francia quasi un acquirente su quattro (24%) ne è convinto e in Svezia la percentuale è addirittura nettamente oltre la media (29%). La scatola in banda stagnata si fa apprezzare poi in termini di riciclabilità percepita: il 16% dei consumatori ritiene che questo tipo di imballaggio sia più riciclabile rispetto a qualche anno fa; nel Regno Unito, quasi uno su tre (30%) è convinto della loro riciclabilità. 

“Ed è proprio così! Con un tasso di riciclaggio costantemente superiore al 90% in Germania e al 78,5% nell’intera Unione europea, la banda stagnata è davvero facile da riciclare. Ad ogni ciclo di riciclaggio della banda stagnata si possono risparmiare risorse e CO2 rispetto alla produzione primaria”, conclude Nicole Korb. Riciclando una tonnellata di rottami di acciaio e ferro si risparmiano 1,6 tonnellate di minerale di ferro, 0,65 tonnellate di carbone e 0,3 tonnellate di calcare.

Inoltre, utilizzando il rottame nella produzione dell’acciaio, si consuma fino al 70 percento in meno di energia rispetto alla produzione primaria. 
L’indagine dimostra che anche gli imballaggi hanno acquisito maggiore rilevanza nella decisione d’acquisto. Il 15% degli intervistati afferma di scegliere oggi con più frequenza e in modo consapevole i prodotti alimentari in base al tipo di imballaggio, mentre solo il 9% dichiara di farlo meno frequentemente. In conclusione, i consumatori dichiarano di utilizzare più spesso la banda stagnata rispetto a materiali come la plastica e l’alluminio. Quasi un consumatore su cinque nei Paesi europei (19%) tende oggi come oggi a scegliere scatole in banda stagnata; in Francia questa percentuale è del 22% e in Spagna addirittura del 34% (più di un consumatore su tre). A dichiarare secondo una propria valutazione di acquistare con maggiore frequenza alimenti con imballaggi in plastica e alluminio è, invece, appena il 10% dei consumatori. 

“Negli ultimi anni i consumatori hanno affinato via le loro scelte e la praticità, la sostenibilità e la riciclabilità del materiale da imballaggi sono diventate sempre più importanti. È sotto questo aspetto che la banda stagnata riesce a conquistare i consumatori grazie alle sue proprietà intrinseche, ma anche alla pratica forma della scatola per alimenti”, conclude Nicole Korb.
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