Lo speciale "I Percorsi del packaging: il percorso del cioccolato" prosegue con un approfondimento dedicato ai materiali e agli imballaggi utilizzati per confezionare cioccolatini, snack, tavolette etc.
Il settore del cioccolato utilizza principalmente foil d’alluminio tal quale o accoppiato a carta grease proof, differenziato da diverse finiture (liscia, goffrata, pieghettata, accoppiata); per tavolette e snack ricoperti si preferiscono i materiali plastici, utilizzati per realizzare sia soluzioni monomateriali (OPP perlato saldabile a freddo) che strutture accoppiate relativamente complesse (alluminio/LDPE, PET/LDPE o PET-SiOx/LDPE) nel caso si voglia prolungare la shelf life del prodotto.
L’irrancidimento ossidativo e l’irrancidimento lipolitico ai quali è soggetto il cioccolato, abbreviano la durabilità del prodotto alterandone il sapore; il primo è dovuto all’ossidazione dei grassi insaturi, il secondo all’idrolisi enzimatica dei trigliceridi. Ecco perché il confezionamento primario deve fornire una buona barriera a luce, ossigeno, umidità e odori estranei. Sono infatti in corso ricerche per valutare e rendere economicamente convenienti il confezionamento in atmosfera protettiva o in presenza di assorbitori di ossigeno, soluzioni che potrebbero garantire un notevole allungamento della shelf–life dei prodotti.
Il cioccolato è inoltre molto sensibile ai cambiamenti di temperatura: il suo punto di fusione è intorno ai 28°C e qualora una lenta fusione sia seguita da una altrettanto lenta risolidificazione, la texture diventa ruvida. Se invece la temperatura resta, anche solo per poche ore, appena sotto il punto di fusione, il grasso tende ad affiorare formando una sgradevole patina biancastra. È un problema molto sentito che non riguarda solo la conservazione casalinga ma l’intera filiera distributiva e che preoccupa soprattutto durante la stagione estiva. Per risolverlo è stato da poco avviato un progetto di ricerca volto alla messa a punto di un nuovo materiale isolante, atto a proteggere il prodotto anche quando è conservato a temperature comprese tra 24 e 40 °C. Il nuovo materiale dovrà poter competere con gli attuali in termini di costi, spessori, macchinabilità e sostenibilità ambientale. Nei mesi estivi e nei Paesi a clima caldo, il suo impiego svincolerebbe il settore dal trasportare e distribuire il prodotto a temperatura controllata.
Il "Percorso del cioccolato" prosegue con due approfondimenti: