Industria cartotecnica: mercato e innovazioni

Approfondimento a cura di Plinio Iascone, Istituto Italiano Imballaggio <i>(Pubblicato su Rassegna dell'imballaggio 10 - Novembre 2010).</i>

Gli effetti della crisi economica globale si sono fatti sentire in maniera pesante su tutta la filiera cartotecnica ma il peggio dovrebbe però essere passato. Sia nella produzione di carta e cartoni che in quella di imballaggi nel primo semestre dell’anno si è registrata un’inversione di tendenza.


Le materie prime cellulosiche


Il 2009 per la filiera cartotecnica, dalle materie prime agli imballaggi finiti, è stato senz’altro un “annus horribilis”. Nel 2009 la produzione di carte e cartoni destinate alla produzione di imballaggi è stata di 3.877.000 t e il consumo apparente, secondo i dati elaborati da Assocarta, si è posizionato su 4.999.000 t. Le materie prime destinate alla produzione di imballaggi hanno subìto nel 2009, con riferimento ai valori espressi in peso, una contrazione della produzione del 12,6% e una flessione del 10,3% del consumo destinato alla produzione italiana di imballaggi.


In particolare, con riferimento alle quattro famiglie di materie prime cellulosiche utilizzate per produrre imballaggi, il quadro evolutivo del consumo italiano ha presentato nel 2009 le seguenti dinamiche evolutive: carte e cartoni per cartone ondulato -10,2%; cartoncino per astucci -6,1%; carte e cartoni per imballo -12,8%; e altre carte -16,5%.


Le aspettative per il 2010, relativamente al mercato italiano, sono moderatamente positive. Nei primi mesi, infatti, secondo quanto dichiarato da Assocarta, si è evidenziato un miglioramento tendenziale del 6,9% dei volumi complessivamente prodotti. Tale miglioramento è guidato sia dalla componente interna della domanda che di quella estera. Tuttavia i quantitativi restano ancora al disotto di quelli del biennio 2006/2008.


Le componenti principali della carta sono materie prime naturali e rinnovabili e i prodotti che ne derivano sono riciclabili , biodegradabili e compostabili. La scarsa disponibilità di risorse forestali nel nostro Paese ha l’industria cartaria italiana a sviluppare l’impiego di macero. Quantità e tipologie di macero variano a seconda dell’impiego a cui il prodotto è destinato. Quando a seconda degli impieghi è necessario impiegare fibra vergine , l’industria italiana ricorre a cellulose e pasta legno prodotte senza l’impiego di cloro gassoso.


Assocarta da diversi anni è impegnata nell’applicazione dei principi di buona gestione ambientale. Aumenta infatti progressivamente il numero di cartiere che hanno sottoposto a certificazione i loro sistemi produttivi. Il progetto, denominato “Progetto ecogestione”, ad esmpio,è stato avviato da Assocarta nel 1999 e ha visto il coinvolgimento di 21 aziende Attualmente oltre il 60% delle cartiere risultano certificate secondo la norma UNI EN ISO 14000 E/O 14000 e/o registrate secondo il regolamento Emas.


Il settore degli imballaggi


Gli imballaggi cellulosici continuano a svolgere un ruolo importante per il confezionamento delle merci, sia in qualità di imballaggi primari, che in qualità di imballaggi di presentazione. L’imballaggio cellulosico, in particolare, raggiunge una significativa presenza in funzione di imballaggi per il trasporto, coinvolgendo di fatto la quasi totalità dei settori manifatturieri . Gli imballaggi cellulosici evidenziano valori molto significativi, infatti, con riferimento alla produzione espressa in peso rappresentano il 32% della produzione globale italiana di imballaggi, e il 27% con riferimento al fatturato totale del settore imballaggio. Le aziende produttrici di imballaggi cellulosici che operano in Italia con propri impianti produttivi sono 2.450. Negli ultimi anni il numero degli operatori è restato sostanzialmente costante.


Per quanto concerne l’integrazione cartiera/produzione di imballaggi cellulosici, la troviamo nei grandi gruppi che generalmente offrono una vasta gamma di tipologie di imballaggi cellulosici. Negli ultimi due tre anni non si sono avute nuove integrazioni “cartiera/produzioni, ma eventualmente scambi di linee produttive di imballi, esempio la Smurfit Kappa ha ceduto la linea produttiva dei sacchi alla Mondi e quest’ultima in cambio ha ceduto la linea produttiva del cartone ondulato alla Smurfit.


Il settore che presenta la maggiore articolazione produttiva è senz’altro quello del cartone ondulato. Infatti esistono aziende che iniziano il loro ciclo produttivo da una propria cartiera, aziende che partono da fogli di cartone e aziende che avviano il loro processo produttivo dai fogli ondulati.


Gli imballaggi cellulosici, in base ai dati elaborati da Assografici relativi al 2009, hanno subito, nel 2009 nel loro complesso, una calo produttivo globale del 7,3% con riferimento alla produzione espressa in peso.


In particolare le principali aree settoriali hanno registrato i seguenti andamenti produttivi con riferimento alla produzione espressa in peso:


  • imballaggi in cartone ondulato -6,2%, risentendo del calo generalizzato dell’attività manifatturiera;

  • astucci e scatole pieghevoli -7,9%, a seguito di un ridimensionamento della domanda di alcuni settori alimentari e dei vini e liquori di alta gamma;

  • sacchi di carta -7,9%, calo determinato essenzialmente della crisi prolungata dell’edilizia con conseguenze negative per tutti i materiali edili.

Gli arretramenti hanno interessato anche altri comparti quali le carte da incarto, i sacchetti, ecc.


Le componenti estere della domanda, nel globale del settore imballaggi cellulosici, permangono modeste: nel 2009 le esportazioni hanno rappresentato il 9% circa della produzione e le importazioni restano decisamente poco significative, infatti limitano la loro presenza al 2,5% circa del consumo apparente.


Il mix dell’offerta degli imballaggi cellulosici, con riferimento alla produzione espressa in peso, è così strutturata:


  • cartone ondulato 74%

  • astucci pieghevoli e scatole in cartoncino teso 14,6%

  • sacchi di grandi dimensioni 4%

  • altro 7,4%

Previsioni a breve termine


Le ipotesi evolutive per l’anno in corso e per il 2011, secondo quanto emerso dal convegno organizzato a Venezia nel Giugno del 2010 dall’Istituto Italiano Imballaggio, sono moderatamente positive. Le previsioni sono state effettuate utilizzando dei parametri evolutivi per aree manifatturiere per il mercato interno, mentre per le esportazioni è stato applicato il trend globale ipotizzato per l’industria manifatturiera. I parametri evolutivi sono stati forniti da Prometeia.


In particolare la domanda interna è ipotizzata in crescita dell’1% nel 2010 e dell’1,5% nel 2011, mentre le esportazioni potenzialmente dovrebbero potenzialmente svilupparsi ad un tasso mediamente del 3%.


Tenuto conto delle dinamiche evolutive della domanda interna e delle esportazioni, la produzione degli imballaggi cellulosici, con riferimento ai valori espressi in peso, potenzialmente dovrebbe beneficiare di una crescita dell’1,3/1,5% nel 2010, e 1,7/2% nel 2011. La ripresa si prospetta lenta ma, dopo la pesante crisi iniziata nella seconda parte del 2008 e protrattasi per tutto il 2009, è molto positiva l’inversione di tendenza in atto, confermata anche dal consueto report congiunturale elaborato da Assografici relativo al 1°semestre dell’anno in corso.


Le innovazioni


Negli ultimi anni la principale attività innovativa e rappresentata dalla riduzione del peso medio degli imballaggi a parità di prestazioni di resistenza meccanica. Tale azione ha interessato tutte le tipologie di imballaggi cellulosici.


Con riferimento in particolare al cartone ondulato la riduzione di grammatura continua ad essere una strada perseguita, infatti nel 2009 il peso medio del cartone ondulato è stato di 575 g/m2, nel 2008 la grammatura media era stata di 581 g/m2, per cui la differenza è stata di 6 g/m2. La riduzione del peso medio ha interessato sia i fogli che le casse il cui peso medio è risultato rispettivamente inferiore di 7 e 4 g. In termini ambientali e con riferimento all’immesso sul mercato, questa differenza si traduce in 36.000 t di carta in meno. Mediamente dal 1997 al 2009 il peso medio è passato da 610 a 575 g/m2.


Continue innovazioni si sono anche avute nei macchinari al fine di potere lavorare materiali sempre più sottili. I miglioramenti si sono avuti anche nelle scelte degli additivi e nella messa a punto del rapporto migliore, a seconda degli impieghi, tra cellulosa vergine e carta da macero. Continui miglioramenti interessano anche le tecnologie inerenti la stampa, sia riguardo alle macchine che le vernici e gli inchiostri, aspetti molto importanti per quanto concerne gli astucci pieghevoli, le scatole e gli shoppers destinati al settore abbigliamento. Le progressive migliorie hanno permesso di limitare l’impiego film plastici o di alluminio per impreziosire astucci, scatole e shoppers.


Per concludere è da rilevare che continui miglioramenti si effettuano anche nei sistemi di raccolta e selezione delle carte recuperate dopo l’impiego. La carta da macero infatti rappresenta la componente più importante, in termini quantitativi, delle materie prime per l’industria della carta: 49%.