Umiltà, rispetto per gli altri, amore per la terra, voglia di fare: sono i principi che da sempre ispirano la famiglia Nicosia e la loro azienda vitivinicola, così fortemente legata ai valori e alla storia di famiglia. Era il lontano 1898 quando Carmelo Nicosia, nonno dell’attuale proprietario, decise di aprire la prima bottega di vino a Trecastagni. Tempi d’oro per il vino etneo che, allora, veniva utilizzato come prodotto da taglio per i vini alpini e francesi, ai quali conferiva la sua forza minerale e la sua ‘vulcanica’ personalità.
Per molto tempo l’attività principale dei Nicosia è stata quella di ‘talent scout’, scopritori di vini siciliani meritevoli di essere promossi e commercializzati, con una particolare predilezione – già allora – per i vitigni autoctoni etnei come il Nerello Mascalese, base del volitivo Etna Rosso, cui viene riconosciuta, dal 1968, la Denominazione di Origine Controllata. Da tre lustri a questa parte la parola d’ordine dei vini Nicosia è una sola: qualità. Ed è il segreto del grande apprezzamento che l’azienda riscuote sul mercato nazionale e su quello internazionale, entrambi in continua crescita.
La svolta imprenditoriale impressa all’azienda dall’attuale proprietario e l’acquisizione di nuovi vigneti sull’Etna e nella Sicilia orientale si possono considerare i principali fattori di un successo sancito non soltanto dalla presenza massiccia dei vini Nicosia nella distribuzione moderna, ma soprattutto dalla conquista di premi e riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale per i prodotti della linea Fondo Filara, una selezione esclusiva di vini siciliani di grande eleganza ed intensità.
Il vigneto sull’Etna
Il vino acquisisce ancor più valore se, per produrlo, si ridona vita ad un antico, prezioso vigneto, per anni abbandonato, prevalentemente impiantato a Nerello Mascalese. Sul versante meridionale dell’Etna, a quota 800 m, nella sella tra i conetti vulcanici Monte Gorna e Monte Cava, questo vigneto guarda il mare da una zona storicamente vocata, per clima, esposizione e terreno, alla coltivazione dei vitigni autoctoni base dei vini a Denominazione di Origine Controllata Etna Rosso (Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio) ed Etna Bianco (Carricante e Catarratto). La rinascita di un vigneto è un atto di amore verso la propria terra e di profondo rispetto per le sue tradizioni vitivinicole. Con esso non solo si permette ad un’antica vigna di tornare al suo naturale aspetto lussureggiante e alla sua piena produttività, ma si alimentano anche nuove opportunità di sviluppo per tutte quelle attività e quelle famiglie che si sorreggono grazie alla coltivazione della vite e alla produzione di vino. Per le popolazioni contadine locali l’Etna – ‘a muntagna’, come qui viene affettuosamente chiamato il vulcano – con i suoi terreni scoscesi e ventosi ha rappresentato una sfida quotidiana per la coltivazione della vite che, in quest’area, finisce per assumere una connotazione quasi ‘eroica’. I tipici muretti a secco in pietra basaltica e i terrazzamenti che si inerpicano su scivolosi declivi disegnando bellissimi vigneti, le ‘pirrere’ (ammassi di pietre laviche frutto del dissodamento) e i tanti vecchi palmenti che costellano i fianchi del vulcano sono da considerarsi dei veri e propri monumenti all’atavica fatica degli indigeni. La rinascita di un vigneto rappresenta, infine, una realizzazione concreta del principio di equità intergenerazionale: un bene-risorsa come il paesaggio, ancor più quando crea reddito grazie ad una produzione d’eccellenza, va valorizzato e trasmesso intatto alle generazioni future. Il risultato di questo atto d’amore per il paesaggio com’era una volta, che così viene restituito a chi, in questi luoghi, vive e lavora, è adesso a disposizione degli occhi e del cuore del viaggiatore.
L’influenza del vulcano
Il clima sull’Etna varia notevolmente in relazione al versante e all’altitudine. Nella zona pedemontana il clima è più fresco e più ventilato rispetto al resto della Sicilia, le temperature minime in inverno possono approssimarsi allo zero e, in estate, le massime non sono mai troppo elevate. Notevole è invece l’escursione termica tra il giorno e la notte (anche di oltre dieci gradi) che si registra durante l’invaiatura. Ciò favorisce la maturazione fenolica delle uve, che ne determina il colore e il sapore. Il terreno della zona etnea si è formato dallo sgretolamento di uno o più tipi di lava di diversa età e da materiali eruttivi quali lapilli, ceneri e sabbie. Lo stato di sgretolamento e la composizione dei materiali eruttivi danno origine a suoli composti, oppure formati da pomice di piccole dimensioni, chiamata ripiddu, che si ritrova soprattutto sui conetti vulcanici, cioè crateri spenti, Monte Serra e Monte Gorna. Il ‘ripiddu’ ha una capacità drenante assai elevata ed è ricco di potassio, che può giungere a quantità doppie rispetto al normale. Il potassio è un formidabile equilibratore del rapporto tra acidi e alcoli che determina il tenore zuccherino alle uve e dunque la gradazione alcolica dei vini.
La cantina di Trecastagni
La modernissima cantina è il simbolo dello stile Nicosia: un’armonica fusione tra hi-tech e tradizioni vinicole. In 2.500 metri quadri, su un’area complessiva di 20mila, la cantina è un’interpretazione moderna dei vecchi e gloriosi palmenti etnei. Qui, tra l’ampia area di vinificazione e il laboratorio analisi, le grandi vasche d’acciaio e la bariccaia, l’ultramoderna linea d’imbottigliamento e l’area per l’affinamento in bottiglia, pulsa il cuore dell’azienda. È qui che i vini Nicosia nascono, si evolvono, maturano, ed è qui, nell’accogliente enoteca, che vengono accolti i visitatori perché possano provare in prima persona il risultato finale dell’impegno dell’azienda. In questo vero e proprio ‘rifugio’ lontano dai ritmi frenetici della vita di tutti i giorni, davanti ad una maestosa veduta del vulcano, gli ospiti di Cantine Nicosia possono prendere parte a degustazioni ed eventi che vedono sempre il vino protagonista.
Fondo Filara Etna Rosso D.O.C.
Il Fondo Filara Etna Rosso a Denominazione di Origine Controllata, annata 2008, proviene dai vitigni delle pendici dell’Etna: Nerello Mascalese (80%) e Nerello Cappuccio (20%). Le pricipali caratteristiche pedoclimatiche del vigneto influenzano sulle caratteristiche organolettiche e sensoriali del prodotto finale donando finezza nei profumi e grande mineralità. I terreni sono vulcanici, molto ricchi di minerali, ad un'altitudine compresa tra i 650 e gli 800 metri s.l.m. con elevate escursioni termiche tra giorno e notte. Dopo la vendemmia, generalmente tra la seconda e la terza settimana di ottobre, le uve, raccolte minuziosamente a mano in cassette, vengono sottoposte a diraspa pigiatura e successivamente a macerazione e fermentazione a contatto con le bucce per 10 giorni a 22°C con l'ausilio di rimontaggi e delestage, pressatura in pressa pneumatica, fermentazione malo lattica, travasi, chiarifica, refrigerazione e filtrazione fino all’affinamento. Dopo un primo affinamento in vasche di acciaio inox, il vino matura 3-4 mesi in botti di rovere e successivamente altri 3-4 mesi in bottiglia. La capacità di invecchiamento arriva fino a 6 anni. La produzione annuale di Etna Rosso D.O.C. Fondo Filara si attesta sulle 12.000 bottiglie circa.
Attitudini commerciali
Questo Etna Rosso D.O.C. appartiene alla linea Fondo Filara, una selezione di vini a produzione limitata destinati esclusivamente al canale Ho.Re.Ca e a quello tradizionale (enoteche e gastronomie specializzate). Si tratta di prodotti di elevato livello qualitativo che mantengono, tuttavia, un buon rapporto qualità/prezzo.
Il packaging
Semplice e allo stesso tempo ricercato, elegante, austero. La forma della bottiglia - una borgognotta più slanciata rispetto alla tipologia più comune - e il colore dorato del logo e delle linee di contorno sullo sfondo scuro dell'etichetta anteriore danno un tocco di preziosità al packaging, rendendolo ben riconoscibile nonostante la sua sostanziale linearità
Riconoscimenti internazionali
Gli ultimi premi ricevuti dalla Cantine Nicosia per il Fondo Filara Etna Rosso a Denominazione di Origine Controllata sono nell’ordine di tempo: Decanter World Wine Awards 2010; medaglia di bronzo Rassegna Enologica Federiciana 2010 dell'ONAV - 3° posto nella Categoria Rossi DOC Concours Mondial de Bruxelles 2009; Medaglia d'Argento Pro Wein 2010; Premio ‘Wine in Business Ho.Re.Ca’.
Macchinari utilizzati in cantina per la vinificazione e l’affinamento
Macchinari utilizzati per l’imbottigliamento
Esame degustativo
Dai fornitori delle macchine: Alfatek e le sue soluzioni per tutte le fasi dell’imbottigliamento (immagine 4)
Grazie a continue ricerche ed innovazioni, Alfatek ha creato soluzioni originali e brevettate che risolvono i problemi nelle varie fasi dell’imbottigliamento, primo fra tutte la perdita della qualità del vino noto anche come “mal di bottiglia”. La novità principale è una nuova valvola di riempimento che rende possibile realizzare livelli micrometrici precisi, senza necessità del vuoto. Inoltre, per evitare introduzione di ossigeno l’Alfatek ha sviluppato una tecnologia particolare che prevedere una torretta DEOX pluritesta, posizionata prima della riempitrice che consente, tramite una pompa ad alto vuoto, di eliminare sino al 90% dell’aria contenuta nella bottiglia e di saturarla con gas inerte. Un serbatoio di riempimento di tipo anulare ermeticamente chiuso, che permette di eliminare l’aria in esso contenuta tramite un lavaggio con gas inerte, prima dell’invio del vino. E la saturazione del collo della bottiglia con gas inerte prima della tappatura, consentendo di evitare presenza di aria tra il tappo ed il vino (ossigeno destinato a sciogliersi totalmente, con il tempo).