Vinitech-Sifel, palcoscenico internazionale per il vitivinicolo

Dal 26 al 28 novembre 2024 al Parc des Expositions di Bordeaux andrà in scena Vinitech-Sifel, evento di riferimento per l’innovazione nel settore vitivinicolo e non solo. Quest’anno la fiera punterà i riflettori su tutte le fasi della filiera, dalla vigna fino alla commercializzazione, passando per la trasformazione e l’imbottigliamento. Ce ne ha parlato Emmanuel Viollet, direttore di Vinitech-Sifel.
Per tre giorni, Vintech-Sifel punterà i riflettori sulle tecnologie dedicate alla filiera vitivinicola. Quale sarà il fil-rouge della manifestazione e quali obiettivi vi prefissate?
Due parole chiave definiranno Vinitech-Sifel 2024: innovazione e internazionalità. Su questi due pilastri stiamo costruendo la prossima edizione ed è molto importante per noi servire queste due missioni.
In particolare, l’innovazione sarà il fil-rouge della fiera, declinato in tutte le fasi della filiera vitivinicola: vigna, trasformazione, imbottigliamento e commercializzazione. Tutta la catena di produzione di questo settore è infatti interessata dall’innovazione tecnologica. Tutti gli espositori di Vinitech-Sifel hanno in serbo soluzioni innovative da mostrare e il nostro programma di conferenze offrirà spunti di riflessione ai professionisti di questo mercato.

In termini di cifre, che partecipazione prevedete per Vinitech-Sifel 2024? Quale il tasso di internazionalità?
L’obiettivo che ci poniamo per il 2024 è mantenere il volume di visitatori francesi della scorsa edizione, nonostante la tendenza in calo della coltivazione in Francia. Questo fenomeno si sta verificando, ad esempio, nella Gironda, in Nuova Aquitania, la regione di Bordeaux. Per Vinitech-Sifel, ciò significa attrarre più visitatori provenienti da altre aree della Francia, come la Loira, la Champagne e l’Occitania: cercheremo di rendere queste regioni protagoniste a Vinitech-Sifel.
Per quanto riguarda l’aspetto dell’internazionalità, invece, il nostro obiettivo è ritrovare la percentuale che avevamo raggiunto prima della pandemia. L’ultima edizione è stata alla fine del 2022, un anno un po’ particolare in quanto erano appena cadute le restrizioni legate al covid e non abbiamo avuto il tempo necessario per condurre un’attività di promozione internazionale ottimale. Perciò quest’anno puntiamo a tornare ai livelli di internazionalità dell’edizione 2018.
In termini di espositori miriamo ad accogliere 850-900 aziende, concentrandoci principalmente sulla qualità della nostra offerta espositiva. Quest’anno, infatti, abbiamo scelto di non avere stand troppo estesi in modo da dare spazio a tutte le piccole aziende innovative e presentare una maggiore offerta ai nostri visitatori. Attendiamo circa 45.000 professionisti in visita a Vinitech-Sifel.

Secondo l’esperienza di Vinitech-Sifel, quale ruolo gioca l’Italia nel settore vitivinicolo?
I Paesi più rappresentati a Vinitech-Sifel sono la Francia e la Spagna, non solo in quanto grande produttore in termini di volumi e valore ma anche in virtù della vicinanza geografica con Bordeaux. Il terzo mercato rappresentato in fiera è l’Italia, che sarà presente con numerosi espositori specialmente nella sezione dedicata ai macchinari di trasformazione, che a livello tecnologico sono un’eccellenza. Segue la Svizzera, che è un’area importante per la produzione di vino.

Oltre ai prodotti e alle tecnologie in esposizione, Vinitech-Sifel offre diverse opportunità di approfondimento e formazione. Ce ne può parlare?
L’evento Vinitech-Sifel è suddiviso in area espositiva e programma di conferenze e demo. Il palinsesto di conferenze di Vinitech-Sifel è molto ricco, abbiamo in calendario oltre 70 appuntamenti distribuiti su tre blocchi tematici: la vigna e le tecnologie per l’agricoltura, la trasformazione del vino e i processi enologici che possono essere migliorati grazie all’innovazione, la commercializzazione. Quest’ultimo tema rappresenta una novità che abbiamo sentito l’esigenza di introdurre nell’edizione 2024 in quanto le dinamiche della distribuzione sono in forte evoluzione.

In particolare, cosa vi ha spinti a introdurre uno spazio dedicato alla fase della commercializzazione del vino nell’area espositiva e nel programma di conferenze di Vinitech-Sifel 2024?
Il vino è un settore tradizionale ma, allo stesso tempo, in evoluzione. Vinitech-Sifel è un appuntamento biennale e ad ogni edizione assistiamo a tanti cambiamenti. Tra questi, la commercializzazione del vino. Negli anni passati i viticoltori affidavano la vendita del proprio prodotto ai distributori, mentre oggi hanno ripreso il controllo anche su questa fase grazie a strumenti di CRM, agenti che aiutano ad esportare e soluzioni di intelligenza artificiale che permettono di misurare le aspettative dei consumatori per tradurle nella produzione e diversificare la propria gamma. Per fare questo cambiamento, sono necessarie formazione e condivisione delle conoscenze.

Quali sono le maggiori sfide che oggi i professionisti della filiera vitivinicola si trovano ad affrontare? Quali tendenze stanno plasmando questi mercati a livello tecnologico?
I settori rappresentati da Vinitech-Sifel si trovano a dover rispondere a sfide sempre più pressanti grazie alla tecnologia. Ogni fase della filiera deve affrontare problematiche per precise.
Nella vigna, ad esempio, bisogna affrontare l’intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi, con l’obiettivo di proteggere il raccolto fino alla fine della stagione. L’innovazione, ad esempio, aiuta il viticoltore a prevenire nuove malattie delle piante dovute al cambiamento climatico grazie a stazioni meteo e droni che sorvolano la vigna e scattano foto che l’intelligenza artificiale elabora per poi stabilire se una determinata porzione di vigna necessita di un trattamento e in quale dose. Inoltre, grazie all’automazione e alla robotica sono stati sviluppati trattori a guida autonoma, che si orientano in base alle foto scattate dai droni, per risolvere il problema della carenza di personale specializzato.
Per quanto riguarda il processo di trasformazione del vino, oggi i consumatori chiedono un prodotto sempre più naturale, con una riduzione dell’impiego di lieviti e agenti chimici. La produzione del vino è un processo molto delicato in quanto il vino è un prodotto vivo e instabile, ma l’intelligenza artificiale permette di ottenere una lavorazione estremamente controllata e precisa per poter limitare il ricorso a prodotti chimici.
Infine, la sfida maggiore che si trova ad affrontare la fase di imbottigliamento è la variabilità dei volumi del raccolto di anno in anno. Come organizzarsi per avere il materiale di imbottigliamento necessario? Oggi il mercato del vetro è molto complesso in quanto una quota molto importante della produzione avveniva in Ucraina, quindi c’è carenza e i prezzi sono aumentati. I viticoltori si trovano a dover acquistare il vetro con largo anticipo per fare fronte alle future necessità, mentre in passato il vetro era sempre disponibile. Per questo motivo, il settore vitivinicolo ha iniziato a domandarsi se il vetro sia effettivamente il contenitore giusto per il futuro del vino. È già stato sperimentato il confezionamento del vino in lattina e in bag-in-box. Gli studi dimostrano che queste soluzioni non alterano le proprietà del prodotto. Ma a parità di preservazione della qualità, c’è un grande problema di percezione: il vino è un prodotto tradizionale e il settore è molto attaccato al vetro. Sicuramente, per i vini di alta gamma la bottiglia di vetro rimarrà il contenitore per eccellenza, ma per altri target è tempo di innovare. Per i giovani, ad esempio, la lattina potrebbe essere più accattivante, o potrebbe entrare in nuovi mercati come quello dei festival musicali.

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