Quali sono i numeri attuali degli imballaggi in acciaio e quali quelli che rientrano nel riciclo?
Nel 2019 sono stati immessi al consumo 485.627 imballaggi d’acciaio tra barattoli, scatolette, tappi, capsule, latte, fusti e bombolette. Di questi, ne sono stati assicurati al riciclo da RICREA ben 399.006 tonnellate. Un grande risultato reso possibile dalla collaborazione di tutti quei soggetti coinvolti nell’economia circolare del Mondo Acciaio, come i cittadini, i comuni che attraverso le municipalizzate assicurano il servizio di raccolta, le aziende specializzate nella lavorazione del rottame e le acciaierie che producono nuovo acciaio dalla fusione dei nostri imballaggi.
Quali sono le tendenze?
L’Italia si conferma un’eccellenza nella raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio con un tasso di avvio al riciclo pari all’82,2% dell’immesso al consumo, superiore non solo al dato 2018 (+4,7p.ti%), ma anche e soprattutto all’obiettivo dell’80% fissato per il 2030 dalla Direttiva Europea sull’Economia Circolare. Anche i dati di raccolta mostrano un aumento del 4,7% rispetto al 2018, per un totale di 480.921 tonnellate. In forte crescita anche la quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti in un anno, che segna un +18% rispetto al 2018 con una media di 3,79 kg per abitante.
Quali funzioni ricopre l’imballaggio in acciaio e come può evolversi in un’ottica di economia circolare?
Scegliere gli imballaggi d’acciaio è un gesto di responsabilità nei confronti dell’ambiente, perché si riciclano al 100% e all’infinito. Inoltre, i vantaggi che ne derivano in ottica di Economia Circolare sono notevoli, considerando che con le 399.006 tonnellate di imballaggi in acciaio avviate al riciclo nel 2019 si è consentito un risparmio di 1,4 TWh di energia primaria e 268.000 tonnellate di materia prima, evitando 415.000 tonnellate di CO2 equivalente. Il valore economico della materia recuperata in un anno è di 39 milioni di euro.
Quali sono i vantaggi dell’imballaggio in acciaio?
I contenitori in acciaio vengono utilizzati sia per il food, come ad esempio scatolette per prodotti ittici, barattoli per pomodori e vegetali in genere, scatole per dolci e caffè, latte per olio, tappi corona e capsule, sia per il non food, come bombolette spray e fusti e secchielli. Sono vere e proprie casseforti del prodotto, che proteggono il contenuto da qualsiasi agente esterno e permettono di evitare sprechi. Grazie alle loro caratteristiche intrinseche, sono in grado di resistere anni mantenendo inalterate le qualità.
Com’è cambiata la visione degli imballaggi anche alla luce della nuova emergenza sanitaria?
A seguito del Coronavirus, si è registrato un boom della richiesta di cibo in scatola. I dati Nielsen hanno confermato nel periodo del lockdown un aumento della domanda nel comparto retail, dai barattoli di pomodoro (+82,2%) alla carne in scatola (+56%) ed è cresciuto anche il tonno sott’olio (+33,6%). Per l’ufficio studi di Confagricoltura, l’acquisto di cibi in scatola nel suo complesso ha registrato un incremento del 29%.