Automazione industriale, la chiave per un futuro efficiente e sostenibile

La competitività del sistema industriale italiano si costruisce attorno all’innovazione che permetterà alle imprese di conseguire in modo strutturato e duraturo maggiore efficienza e flessibilità dei processi produttivi. Attraverso le tecnologie, la fabbrica intelligente va nella direzione di una crescente sostenibilità tutelando il suo capitale più importante, quello umano.
La robotica industriale e la sua evoluzione, caratterizzata da continue innovazioni sono temi molto ampi e importanti, anche per il valore del contributo italiano. In Italia, infatti, operano oltre 104 mila imprese nell’ambito della robotica, cresciute del 10% nell’ultimo lustro, e che occupano circa 430 mila addetti.
L’industria sta vivendo una rivoluzione che interessa l’intero processo, dalla catena produttiva alla supply chain, e che pone al centro una sempre maggior tendenza all’implementazione dell’efficienza e della sostenibilità.
Una rivoluzione che ha subito un’importante accelerazione in questo periodo di emergenza sanitaria e che ha agito in particolare sul layout della fabbrica, facendo propendere le modifiche ai processi di produzione verso un incremento della robotizzazione e della cobotizzazione, intensificando l’applicazione di remote manufacturing e maintenance.
Nonostante “robotizzare e cobotizzare” suoni spesso come “taglio di posti di lavoro”, il vero obiettivo di questa trasformazione è quello di ridurre il contributo umano “a rischio” per ricollocarlo su attività ad alto valore aggiunto con adeguati processi di reskilling. Un processo che si può mettere in pratica cambiando la matrice di utilizzo del capitale umano, riconvertendo le mansioni ed erogando formazione per costruire nuove professionalità.

Tecnologie per l’industria sostenibile
La quarta rivoluzione industriale ha accorciato le distanze tra automazione e informatica, tanto che le aziende di ICT hanno iniziato a proporre prodotti, sistemi e servizi sempre più mirati al mondo della produzione industriale, avviando così un processo di cambiamento del modo di fare impresa.
Le aziende dell’automazione, dal canto loro, devono continuamente confrontarsi su molteplici aspetti in termini di prodotti e soluzioni hardware e software, che quotidianamente segnano il passaggio della manifattura verso il paradigma dell’Industria 4.0.
Il software industriale, quale tecnologia abilitante, supporta le aziende nel costruire un modello organizzativo innovativo che ne migliora la competitività e la resilienza a fenomeni esterni, consentendo anche la protezione degli asset di produzione con un approccio alla CyberSecurity.
I fornitori di soluzioni di automazione industriale, quando si confrontano con aspetti quali motion control, robotica, software industriale, impiantistica, pongono particolare attenzione alla progettazione efficiente e alle tecnologie richieste dalla transizione al 4.0, così da garantire una risposta efficace alle nuove sfide e ai bisogni emergenti delle aziende.
L’adattamento ad eventi imprevisti, la rapidità di cambio di produzione, la valutazione delle risorse produttive sono solo alcune tra le priorità che le aziende devono affrontare e le tecnologie 4.0 possono contribuire in modo significativo alla soluzione dei problemi connessi. Si tratta di un approccio del tutto innovativo, fondato sulla conoscenza e sulla disponibilità di informazioni che diventano a tutti gli effetti un bene strumentale per poter produrre in modo efficiente e per poter rispondere più efficacemente alla domanda del mercato.

La crisi che accelera la digitalizzazione
Secondo i dati forniti da ANIE Automazione, l’industria italiana dell’automazione manifatturiera e di processo ha chiuso il 2019 con un fatturato complessivo di 5 miliardi di euro registrando una flessione pari all’1,2% rispetto all’anno precedente. Risentendo di uno scenario più incerto e della minore dinamicità espressa dalla domanda nei principali settori finali, nel 2019 il trend di continuativa crescita - che ha caratterizzato l’evoluzione del comparto nei sei anni precedenti - ha subito una battuta d’arresto. Da fine 2018 il comparto ha sofferto della fase di incertezza che ha caratterizzato il ciclo degli investimenti industriali. La minore propensione a investire degli operatori ha frenato anche la domanda rivolta alle tecnologie più innovative, interrompendo bruscamente il percorso virtuoso di rinnovamento del parco impianti intrapreso nel triennio precedente alla luce delle potenzialità offerte in ottica 4.0. In mancanza di un’inversione di tendenza, resa più incerta dall’ulteriore brusco deterioramento del quadro macroeconomico a inizio 2020 per effetto dell’emergenza sanitaria, il rischio è che venga vanificato il processo di trasformazione tecnologica che nella fase precedente aveva fornito nuova linfa alla crescita del manifatturiero italiano. Occorre tuttavia rilevare che l’attuale crisi, imponendo di fatto un’accelerazione nella digitalizzazione dei processi organizzativi e industriali necessari per sostenere l’operatività aziendale, sta dall’altro lato sostenendo la trasformazione della domanda.

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