La terza delle tavole rotonde organizzate da SPS Italia, in un percorso che porta alla fiera (Parma, 28-30 maggio 2019), si è svolta alla Fondazione Golinelli di Bologna. Affrontato, davanti a una platea di 250 persone, il tema dell’efficienza produttiva a servizio della mass customization nelle tecnologie per il confezionamento e l’imballaggio. Non a caso partner dell’evento sono stati Ipack-Ima, manifestazione per il settore che si svolgerà nel 2021, e Ucima, Associazione Nazionale che riunisce e rappresenta i costruttori italiani di macchine del comparto.
Dalla sinergia degli attori coinvolti è nato lo scambio tra le community e il confronto tra le realtà del processing e packaging e quelle di tecnologie digitali e di automazione. “Siamo molto affezionati a questo territorio, cuore della Packaging e Food Valley italiana, e riconosciuto polo produttivo industriale. In questa regione, a Parma, abbiamo deciso di organizzare SPS Italia nove anni fa e la risposta è stata subito positiva. L’appuntamento di oggi è un'ulteriore occasione di approfondimento e conoscenza delle eccellenze locali", ha commentato Francesca Selva, Vice President Marketing & Events Messe Frankfurt Italia.
Un panoramica del mercato è stata subito data da Simone Castelli, Deputy Directror di Ucima: “Il settore delle tecnologie italiane per il packaging è molto vasto, sono circa 650 aziende che producono 7,6 miliardi di fatturato nel 2018, con una percentuale di export è molto alta (80%) e più di 30 mila gli addetti impiegati, senza considerare l’indotto che questo comporta. Da due anni a questa parte siamo i primi produttori mondiali, davanti anche alla Germania, e siamo molto orgogliosi di questo primato. Gli ambiti di applicazioni sono moltissimi, dal food che è il più noto (e che comprende tecnologie profondamente diverse) al beverage, pharma, cosmetico, fino al tabacco e petrolchimico per citarne alcuni".
La parola ai produttori
Nel corso della mattinata si sono alternati i rappresentati di realtà produttrici di macchine per il packaging, con interventi legati a particolari campi di applicazione o recenti tecnologie tra i quali Davide Azzolini, Technical Director IMA Automation GIMA, che ha parlato di Virtual Commissioning nel contesto di ‘IMA DIGITAL’, piano di sviluppo IMA legato all’Industry 4.0.
“Il Virtual Commissioning è un processo di progettazione grazie al quale creiamo un modello virtuale che simula alla perfezione il funzionamento di un impianto: lavorando su un digital twin (un gemello digitale dell’impianto) i tempi di progettazione e di debugging si riducono, rendendoci ancora più competitivi in termini di assistenza e delivery al cliente", racconta Davide Azzolini. “Il virtual commissioning è solo uno dei 21 progetti che fanno parte del piano strategico di innovazione digitale IMA”.
Tra gli altri keynote speaker Paolo Campagnolo, Plant Engineering Director Pavan; Tiziano Petrucciani, Direttore Qualità e Sviluppo Tecnologico Molteni Farmaceutici e Oscar Gerelli, R&D Software Design OCME che ha confermato l’importanza di eventi divulgativi: “la partecipazione a eventi come quello odierno per OCME si inserisce all'interno della duplice strategia in atto per implementare le tematiche delle fabbriche del futuro. Da un lato è stato istituito un team trasversale di competenze interne che si occupa di tutti gli aspetti collegati alla digitalizzazione delle macchine, dall'altro OCME è inserita in network di ricerca nazionali e internazionali dove porta la propria esperienza di costruttore". L’intervento di Gerelli si è concentrato sugli aspetti legati alla sicurezza delle macchine, in particolare l’integrazione fra mondo safety e automazione di macchina, discutendone i vantaggi attraverso casi d’uso reali. “Da sempre gli aspetti di sicurezza sono al primo posto nella progettazione e realizzazione dei prodotti OCME ed è per questo che è costante la ricerca di soluzioni tecnologiche safety che consentano di soddisfare appieno le normative di riferimento.”
Il manufacturing del futuro
La sessione pomeridiana è stata aperta dall'intervista di Franco Canna, Direttore di Innovation Post, a Domenico Bambi, Presidente del Comitato Esecutivo Competence Center Bi-Rex. “Il compito dei Competence Center è il trasferimento tecnologico tra chi ha le risposte (le accademie) e chi ha le domande (le aziende). Le domande arrivano tipicamente dalle PMI, che talvolta riscontrano dei problemi di business senza capirne il motivo. Attraverso i Competence Center queste realtà possono comprendere le reali problematiche, spesso tecnologiche, che incidono sul conto economico”, ha raccontato Bambi. Parlando di Bi-Rex ha poi aggiunto: “il nostro focus è di far vedere alle piccole e medie industrie dove andrà il manufacturing del futuro, in particolare siamo orientati verso l’additive manufacturing unito e integrato alla lavorazione tradizionale. Stiamo costruendo il sito, attraverso il quale le aziende potranno contattarci, ma non vogliamo essere solo uno sportello informativo e faremo anche un servizio porta a porta, andando a trovare e a servire direttamente le aziende dove sono”.
Il confronto tra i fornitori
In quattro tavoli di lavoro, con la moderazione di Canna, si sono confrontati i fornitori di tecnologie abilitanti. In particolare, la prima tavola rotonda ha coinvolto i rappresentati di B&R, Balluff Automation, Bonfiglioni, Bosch Rexroth, Ifm Electronic Italia e SAP, affrontando il tema della mass customization, personalizzazione e produzione flessibile. Nel corso del secondo panel, con ABB, Mitsubishi Electric Europe, Omron, Schunk e Universal Robot, si è parlato di robotica, robot e cobot, sicurezza e AI. Il terzo gruppo si è concentrato sul binomi IT e OT e le nuove tecnologie di industria 4.0, con il punto di vista di Lenze, Murrplastick Italia, Nord Motoriduttori, Phoenix Contact, Rittal e Schneider Electric. Infine Festo, Sew-Eurodrive, Sick e Siemens sono stati interrogati su alcune delle proprie tecnologie e soluzioni più rappresentative quali pneumatica 4.0, sensori intelligenti, digital twin, virtual commissioning e deep learning.