Nel mondo, un piatto di pasta su quattro è di provenienza italiana. Astucci in cartoncino, film plastici e vaschette sono i protagonisti del confezionamento di pasta secca e pasta fresca ripiena e anche il fine linea si rinnova.
Con 3,2 milioni di tonnellate, l’Italia è leader mondiale nella produzione di pasta; grazie al lavoro dei 30.000 addetti del settore il valore della pasta secca ha raggiunto 6,1 miliardi di euro e le esportazioni superano ormai il 50 % della produzione. Nel nostro Paese il consumo medio annuo pro capite è da tempo fermo a 28 chili. Il formato più venduto sono i maccheroni, seguono gli spaghetti (scelti soprattutto dagli uomini) e le penne (amate dai più giovani). La crisi economica ha allentato la fedeltà alla marca, complice anche l’incessante competizione sul fronte delle alternative di prezzo-qualità. Il leader di mercato è affiancato da pochi competitor nazionali, da una crescente offerta da parte degli store brand e da una miriade di piccole aziende concentrate in alcuni poli territoriali. In queste particolari aree le classifiche di vendita nazionali sono turbate dalle alte quote di mercato raggiunte da imprese locali molto apprezzate dai consumatori della zona. Per quanto riguarda invece la pasta ripiena industriale, il mercato è suddiviso tra pasta secca ripiena (di cui circa il 95% è destinato all’export) e pasta fresca ripiena, destinata soprattutto ai consumi italiani.