Il packaging in bioplastica dalle bucce di pomodoro
Uno studio del Cnr rivaluta gli scarti vegetali e gli da una seconda vita, ottenendo una innovativa eco plastica.
Trasformare le bucce di pomodoro in ecoplastica, è l’obiettivo raggiunto da un gruppo di ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche guidato da Barbara Nicolaus dell’Istituto di chimica biomolecolare (Icb) con la collaborazione di Mario Malinconico dell’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp). Lo studio assume una certa rilevanza perché si è riusciti ad inserire nel contesto produttivo delle bioplastiche nuovi materiali di scarto, come le bucce residue della lavorazione del pomodoro, altrimenti destinate alla discarica. È bene ricordare che sino ad ora sono stati utilizzati i polisaccaridi di origine vegetale ricavati direttamente da mais o patate (es. Mater-Bi, Bioplastic…) per produrre shopper e sacchetti di plastica biodegradabili destinati alla raccolta dei rifiuti domestici organici. Il progetto però non si ferma qui, ma vuole proseguire applicando lo stesso metodo a scarti di lavorazione provenienti da altri settori industriali, come i residui della lavorazione dei crostacei (gusci di gamberi e granchi), oppure lana di pecora non destinata a produrre filati. La materia prima di origine animale contiene polimeri come chitine, carragenine... che conferiscono maggiore resistenza all’ecoplastica. Questi scarti di lavorazione di origine animale, miscelati ai polimeri vegetali ricavati dagli scarti del pomodoro, o di altri vegetali permettono di ottenere bioplastiche molto robuste. In altre parole vuol dire essere in grado di ottenere materialeecologico e biodegradabile da utilizzare per gli imballaggi secondari al posto di polistirolo oppure al posto di teli di Pvc o polietilene impiegati per ricoprire le serre o i semplici sacchetti oppure vasi biodegradabili. Un problema potrebbe essere la breve durata della stagione dei pomodori, ma gli esperti sono ottimisti e hanno focalizzato l’attenzione anche su altri scarti vegetali ricavati da: finocchi, carote e limoni. Un incentivo per produrre questa nuova eco-plastica, viene dalle recenti direttive in materia ambientale del Decreto Legge n° 2, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale il 25 gennaio 2012. Il testo dice che dal mese di luglio 2012 le vecchie buste in polietilene non si potranno più usare e scattano le multe per chi non rispetta la norma.