Se l'insalata è l'alimento più leggero in assoluto, quella di Bonduelle incarna il concetto di leggerezza a 360 gradi, estendendolo anche al packaging. L’azienda leader nel mercato delle verdure ha da poco lanciato la sua linea di insalate pronte Agita&Gusta nel nuovo contenitore "ecofriendly" che, grazie al peso più ridotto rispetto alla versione precedente (24 g contro i 39 di prima), ha portato a un taglio delle emissioni di CO2 del 40%.
Il dato risulta dall'analisi condotta dall’ente indipendente DNV - Der Norske Veritas in accordo agli standard internazionali ISO 14064, la norma di riferimento per il monitoraggio e la misurazione delle emissioni di gas serra, e PAS 2050, che definisce criteri per la valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) di un prodotto, cioè l’analisi dei suoi impatti ambientali. Per calcolarlo sono state tenute in considerazione tutte le fasi del ciclo di vita del nuovo imballaggio, quindi non solo l'inferiore quantità di materia prima utilizzata per produrlo, ma anche la riduzione dei viaggi necessari per il suo approvvigionamento e per il recupero degli scarti di lavorazione, l'inferiore quantità di materia prima da lavorare per produrre la ciotola e la riduzione del peso del prodotto confezionato da trasportare ai punti vendita. Nel complesso fanno 313 t all'anno di CO2 in meno immesse nell'ambiente.
«Si tratta di un risultato importante - ha affermato il Direttore marketing di Bonduelle Laura Bettazzoli (foto) durante l'intervista concessa a Rassegna dell'imballaggio - ed è il frutto di uno studio durato a lungo, circa un anno e mezzo. Il nostro obiettivo era di ridurre l'impatto ambientale del packaging attraverso la riduzione della quantità di plastica impiegata per realizzarlo. Per arrivarci abbiamo dovuto verificare come avere un imballo più leggero mantenendone la funzionalità in termini di resistenza in fase di trasporto e resistenza alla pressione che deve essere applicata dal consumatore per lo stesso funzionamento del sistema Agita&Gusta».
Per chi non lo avesse mai provato funziona così: si preme con un dito sul fondo della confezione in prossimità di un bottone dove è racchiuso il condimento; grazie a un meccanismo brevettato, la pressione fa fuoriuscire il condimento, che viene distribuito sull'insalata “agitando” la confezione; a questo punto si toglie il film di chiusura e si “gusta”.
Scheletro rigido e cuore flessibile
La nuova confezione è sempre di polipropilene, come la precedente, e viene fornita presso lo stabilimento di Bonduelle a Casazza (BG) già completa di forchetta, tovagliolo e leaflet informativo, alloggiati in un'intercapedine ricavata nella parte inferiore della ciotola e chiusa con un film pelabile.
Per conoscerne più in dettaglio le caratteristiche abbiamo interpellato Pietro Alessio, Amministratore delegato dell’azienda che la produce, Internova Pack:
«Con le esistenti tecniche di produzione, ulteriori riduzioni di peso su questo tipo di prodotto non sono possibili. Per questo abbiamo proposto di realizzare la nuova ciotola con la nostra tecnologia brevettata “Skinnypack”, che ha permesso di mantenere la stessa forma ma con una riduzione del peso del 40%. Skinnypack è una tecnica di stampaggio a iniezione basata sul “in-mould-label”, usando l’etichetta non solo come decoro ma come parete del manufatto. L’etichetta in PP a più strati, decorata e accoppiata, viene precedentemente pretagliata secondo la forma del contenitore, depositata nello stampo e saldata dal PP iniettato dalla macchina di stampaggio. Otteniamo così un contenitore con un “frame” rigido di PP che dà la struttura portante, mentre tutto il resto, pareti e fondi, rimangono dello spessore dell’etichetta, nel nostro caso 75my».
Essendo una tecnica nuova, il risultato è stato raggiunto con non poche difficoltà nello sviluppo e nell’industrializzazione del prodotto.
«Sono stati testati vari tipi di film con differenti spessori e caratteristiche – ha raccontato Alessio -. La struttura portante (“frame”) è stata più volte modificata al fine di ottenere le caratteristiche meccaniche richieste e l’affinità con l’etichetta. Anche la forma della ciotola è stata lievemente modificata per renderla idonea a questa tecnica. Insomma, questo progetto ha coinvolto tutte le attività della nostra azienda, dalla progettazione alla costruzione meccanica delle attrezzature, dalle tecniche di iniezione alla robottistica. Abbiamo realizzato nuovi stampi a iniezione, apportato modifiche alla macchina di taglio label per equipaggiarla con nuove fustelle, adattato le isole di stampaggio inserendo nuovi sistemi di movimentazione e controllo della produzione in linea».
Dal canto suo, Bonduelle ha dovuto solo ridefinire alcuni parametri per adattare le macchine di confezionamento alla nuova ciotola, soprattutto nella fase finale di chiusura, al momento della saldatura del film pelabile superiore.
«Non avendo cambiato forma, dimensioni e meccanismo di funzionamento della ciotola, le linee che abbiamo continuano ad andare bene anche per la nuova versione», ha detto Laura Bettazzoli, aggiungendo: «Nemmeno per il consumatore è cambiato alcunché a livello di praticità di utilizzo, anzi, in più ha il vantaggio di una confezione più leggera e con maggiore “appeal” perché più trasparente».
Sviluppi futuri
Tagliare le emissioni di CO2 di quasi la metà è già un traguardo importante, ma i produttori non escludono di riuscire a ridurre ulteriormente l'impatto ambientale della ciotola. Per questo stanno lavorando sulla ricerca di nuove tipologie di materiali da utilizzare per i contenitori “skinny”, e al momento sono in fase di test alcuni materiali biodegradabili. «Sfrutteremo tutte le nuove soluzioni ecosostenibili per la ciotola Agita&Gusta “skinny”», ha concluso l’AD di Internova Pack.