Intervista esclusiva a Enrico Aureli, neopresidente UCIMA
Appena nominato Presidente dell'Unione dei Costruttori Italiani Macchine per il Confezionamento e l'Imballaggio, Enrico Aureli illustra gli obiettivi e le strategie che metterà in atto durante i suoi quattro anni di presidenza.
"Nei prossimi quattro anni, lavoreremo assieme per continuare a far crescere la nostra Associazione e le nostre aziende fornendoVi servizi e strumenti utili al Vostro sviluppo internazionale, allo sviluppo delle competenze professionali dei collaboratori e alla crescita dimensionale delle nostre aziende". Queste le parole del nuovo Presidente di Ucima, Enrico Aureli, il giorno della sua elezione.
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La presidenza di UCIMA comporta un impegno importante e soprattutto costante. Come accoglie questa nuova sfida e quali sono i progetti che intendete perseguire? Una sfida importante che parte nel 2016 e terminerà nel 2020. Ricevo l’eredità del presidente uscente Giuseppe Lesce, per una grande sfida che si chiama Ipack Ima, che abbiamo acquistato per il 51% e che vede nel consiglio direttivo quattro membri della nostra associazione. Sarà un grande progetto da portare a termine per riuscire a riportare nel nostro Paese una vetrina del Made in Italy e poter esporre le nostre tecnologie a livello internazionale a casa nostra. Altro impegno che intendiamo perseguire è supportare le nostre aziende nell’internazionalizzazione facilitandone l’export, con eventi fieristici nel mondo e aiutandole attraverso una crescita culturale a creare insediamenti produttivi a livello globale. L’impegno formativo di UCIMA si concretizza in diverse linee guida: SBS, la scuola dei beni strumentali, centro di eccellenza che è stato preso a modello da altre associazione; il comitato tecnico che influenza a livello europeo e internazionale le normative del settore; il centro studi che ci permette di fare previsioni e studiare il settore. Altro focus su cui investiremo è il settore della comunicazione dove già abbiamo delle partnership e dove cercheremo di essere più incisivi a livello web. Sarà fondamentale la tessitura di alleanze internazionale con attori al di fuori dell’Italia, per far sì che le nostre aziende accrescano la loro presenza in mercati in crescita. Ultima eredità è l’aumento della base associativa soprattutto nell’ambito delle piccole e medie imprese.
Il settore dei costruttori di macchine per il packaging si è confermato uno dei più dinamici e in salute. Quali sono i trend che in questo momento stanno influenzando le strategie dei player di questo settore? L’internazionalizzazione è uno dei punti focali della strategie di crescita di tutte queste aziende. Il cibo e il beverage confezionato sta crescendo a livello globale per due fattori: la crescita della popolazione e l’aggregazione di questa nelle grandi città. Questo porta a una maggiore necessità di packaging e ottimizzazione dei flussi logistici. Le nostre aziende stanno investendo per essere più vicine ai nostri clienti, per ridurre i materiali rendendoli efficaci e diminuire le perdite durante l’handling logistico.
L’industria alimentare è uno dei principali mercati per i vostri associati. Quali sono le maggiori e più comuni richieste da parte di queste aziende? Le aziende chiedono personalizzazione, flessibilità e la possibilità di aumentare lo shelf life dei loro prodotti, la possibilità di avere una logistica ottimizzata creando pallet multi prodotto, distribuendo con unità tradizionali un mix di prodotti che riescano a soddisfare le esigenze dei piccoli negozianti.
L’export ha un ruolo chiave per i vostri associati. Metterete in atto delle strategie per favorire ulteriormente il suo sviluppo? Sono già in atto delle strategie di sviluppo, prima ad esempio abbiamo citato il sistema di service nelle fiere internazionali creando presenze collettive dove il Made in Italy si presenta coeso di fronte ad una platea internazionale, che non vedono soltanto l’eccellenza della singola azienda, ma l’eccellenza del comparto nel suo insieme. Quindi poter offrire una sistema paese e una soluzione combinata per soddisfare le esigenze di produzione e di manutenzione degli impianti.