Al termine della mattinata sono stati assegnati tre premi, rispettivamente alla Fondazione Banco Alimentare, ad Agrofarma e all’Istituto Italiano Imballaggio, per lo studio “Il packaging allunga la vita”, analisi che mette in correlazione il ruolo positivo dell’imballaggio, nella prevenzione dalle perdite e dallo spreco di cibo. Ha ritirato il premio il Presidente Antonio Feola, promotore in prima persona dello studio, condotto con la collaborazione di un pool di aziende appartenenti alla compagine associativa, tra cui Barilla, Bauli, Coop, Granarolo, Inalca, Mondelez, e per la supply chain Goglio, Sacchital e Sealed Air.
La motivazione al premio conferito all’Istituto Italiano Imballaggio e consegnato dall’On Maria Chiara Gadda: “Per aver contribuito con la condivisione di studi e ricerche, alla diffusione della cultura della sostenibilità alimentare, ponendo l’attenzione su come il packaging possa ridurre le perdite di alimenti, sia che esse avvengano nelle fasi di produzione e distribuzione, prima dell’acquisto, sia nelle nostre case”.
E infatti il packaging contribuisce a proteggere e conservare il cibo, nel tempo e nello spazio, aumentando la probabilità che sia consumato. Questa convinzione ha trovato spazio anche nella recente legge nazionale che facilita le procedure di donazione del cibo e conferma l’importanza del ruolo del packaging, tanto da prevedere un fondo, destinato a finanziare soluzioni che allunghino la shelf life degli alimenti e siano, nel contempo, vantaggiose per l’ambiente.
Sfatando, in modo leggero e ironico, qualche falso mito, Il packaging allunga la vita si propone di spiegare in termini semplici, e con esempi pratici, con quali modalità il packaging possa supportarci nella gestione quotidiana della protezione e conservazione del cibo, aiutandoci a sprecarne sempre meno e quindi a condurre uno stile di vita più sostenibile.
Lo spreco alimentare, infatti, oggi è un problema globale di enorme portata. In base alle rilevazioni della FAO, mentre quasi 800 milioni di persone soffrono e ancora muoiono di fame, ogni anno un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo, per il consumo umano, finisce perduto lungo la filiera agroalimentare o buttato nella spazzatura.