Il punto della situazione, con Mario Piccialuti, direttore di AIDEPI, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, sull’andamento della produzione industriale e dei consumi nell’ultimo anno.
L’AIDEPI, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane è stata creata nel 2010 dalla fusione di due preesistenti Associazioni di categoria, l’Associazione delle Industrie Dolciarie Italiane e l’Unione Industriali Pastai Italiani, dalle quali ha tratto passione ed esperienza, arrivando a rappresentare e tutelare le aziende italiane produttrici di pasta, confetteria, cioccolato e prodotti a base di cacao, biscotti e prodotti dolci da forno, gelati, dessert e pasticceria industriale. Per valutare l’andamento del comparto, analizziamo gli ultimi dati resi noti da AIDEPI sull’andamento della produzione e dei consumi dell’industria dolciaria e approfondiamo le dinamiche e logiche che hanno caratterizzato l’ultimo anno. La produzione dolciaria L’industria dolciaria ha confermato, meglio dell’alimentare, le proprie peculiari doti di anticiclicità. La produzione 2010 si è infatti chiusa con una crescita in volume pari al +1,9%, a fronte di un incremento in valore del +4,5% rispetto al 2009. In cifra assoluta, la produzione dolciaria è stata di 1.875.250 tonnellate, per un valore di 12.050,1 milioni di euro. Su base decennale, i livelli produttivi sono cresciuti del 15,4% in quantità e del 38% in valuta. Tra i principali settori Food & Drink destinati al consumo diretto, il dolciario mantiene a valore il secondo posto alla spalle del comparto lattiero-caseario. Il confronto con l’Europa A livello europeo, secondo i più recenti dati riferiti al 2009, l’industria dolciaria italiana mantiene per volumi prodotti il secondo posto, dopo Germania, seguita da Regno Unito e Francia. Nel comparto dei prodotti da forno l’Italia è il primo produttore nell’ambito dell’Unione Europea. Per quanto riguarda l’andamento produttivo delle singole merceologie nel 2010, tutti i comparti hanno avuto performance positive, ad esclusione di quello dei gelati. Il maggior incremento percentuale della produzione, in volume, è stato quello fatto registrare dal cioccolato e prodotti a base di cacao (+4,4%). All’interno di quest’ultimo, sia i prodotti destinati al consumo finale che i semilavorati di cacao hanno chiuso il 2010 con un trend identico a quello del comparto nel suo complesso (+4,4%). In crescita, pari alla media dell’intero settore dolciario, i prodotti da forno (+1,9%); in aumento più contenuto i prodotti di confetteria (+0,9%). Nel dettaglio, crescono i prodotti di confetteria con zucchero (+1,4%) e decresce lo sugar free, poco al di sotto del punto percentuale (-0,6%). In rallentamento del -2,1% il comparto dei gelati industriali. Nel lungo periodo (2001-2010) è sempre il comparto cioccolatiero, inclusi i semilavorati, a detenere lo scettro (+42,2%), a seguire i prodotti da forno (+16,7%). Diversamente, l’andamento del comparto di confetteria registra un marcato ridimensionamento (-11,4%), segue quello dei gelati, in calo del -8,7%. Il mercato interno Il comparto dei prodotti da forno ha la maggior incidenza sul volume di produzione totale dell’industria dolciaria (58,9%), seguito dal cioccolato e prodotti a base di cacao (22,9%), dai gelati (12,5%) e dalla confetteria (5,7%). Anche in valore la graduatoria rimane invariata: prodotti da forno (38,5%), cioccolato e prodotti a base di cacao (33,9%), gelati (17,1%) e confetteria (10,5%). Il settore dolciario ha utilizzato nel 2010 circa 1.800.000 tonnellate di materie prime agricole. Le materie prime più importanti, in termini di volumi utilizzati dal nostro settore sono state, come tradizione, le farine (incidenza di oltre il 35 % sul totale) e gli zuccheri (32%). I consumi Nel 2010, la disponibilità interna di prodotti dolciari è aumentata complessivamente del +2,3%, a fronte di un andamento positivo della produzione e di una ripresa piuttosto significativa sia del nostro export che dell’import dolciario. Tale situazione ha determinato una maggiore disponibilità di prodotto sul territorio nazionale: prodotti di confetteria (+2,2%), cioccolato (+0,3%), prodotti da forno (+3,5%), ad esclusione dei gelati (-1,3%). Su base decennale i consumi pro-capite(2) di prodotti dolciari sono aumentati del +2,7%, attestandosi nel 2010 su 24,28 kg. Secondo i più recenti dati europei, riferiti al 2009, i consumi nazionali di prodotti della confetteria (1,9 kg pro-capite) e di quelli di cioccolato (3,4) continuano ad essere ridotti rispetto agli altri paesi europei. Buoni i consumi di prodotti da forno (15,2) e di gelati industriali (3,5). Per approfondire le dinamiche e le logiche del comparto, la redazione della rivista Food Machines ha rivolto alcune domande a Mario Piccialuti, direttore di AIDEPI. D: Quali novità hanno caratterizzato il settore nell’ultimo anno? R: Al di là della crescente propensione ad acquisti ‘ragionati’, il 2010 ha visto confermata la crescita di prodotti ‘premium’ in grado di soddisfare richieste di consumo specifiche che vanno oltre scelte di prezzo e di economicità. Gli operatori del comparto dolciario hanno fortemente investito in nuove categorie appartenenti, da un lato, al filone ‘salutistico’ attento agli aspetti nutrizionali o a specifiche esigenze alimentari, dall’altro a quello dedito alla gratificazione del palato, alla riscoperta di antichi sapori della tradizione alimentare italiana. Si tratta, tuttavia, di volumi ancora marginali rispetto alle categorie tradizionali di riferimento per i quali però si prevedono ulteriori possibilità di sviluppo. D: Il settore come sta reagendo alla stagnazione economica? R: È presto per poter rispondere, dovremo attendere un consuntivo e nel tempo sarà possibile tracciare dei bilanci. Posso dire che il settore dolciario, rispetto alla totalità del comparto alimentare, tendenzialmente sta soffrendo meno che nel passato. Quello che dovremmo fare è prevedere la reazione a livello di consumo, tenendo conto delle forti iniziative del governo per il risanamento del Paese. D: Quali sono le problematiche riscontrate maggiormente? R: L'industria del dolce e della pasta si trova a fronteggiare una situazione strutturalmente diversa dagli anni passati, caratterizzata da un’elevata volatilità delle quotazioni delle principali materie prime agricole e da crescenti problemi di ‘supply security’. Tutto ciò va messo in relazione con le preoccupanti stime di crescita della popolazione mondiale previste dalla FAO che, se confrontate con i bilanci di approvvigionamento delle materie prime agricole mondiali e con le produzioni già spinte al massimo, rappresentano un elemento chiave per la volatilità dei prezzi. Inoltre, non va dimenticata la sempre più stretta relazione tra mercati finanziari e quelli delle commodity agricole, che sempre più spesso fungono da ‘polmone’ quando la finanza pura crea difficoltà di investimenti. In questo senso, la PAC (Politica agricola comune) dovrebbe dare risposte certe e rassicuranti per l'Europa, con un’agricoltura realmente orientata al mercato e la possibilità di approvvigionarsi sui mercati terzi in maniera snella, laddove le esigenze di bilancio di disponibilità esigano misure urgenti in tal senso. Il 22 novembre è stato pubblicato il nuovo regolamento europeo sulle diciture delle etichette alimentari. Si tratta del Regolamento UE n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica la precedente direttiva 79/112/CEE che dopo trentadue anni va in pensione. D: Come Associazione di categoria cosa pensate del nuovo regolamento? R: AIDEPI ha sempre seguito con vivo interesse l’iter normativo e siamo stati tra i primi a mettere a confronto esperti, aziende e le rappresentanze ministeriali. Ne sono esempio i workshop organizzati lo scorso ottobre dal titolo ‘Etichettatura – Il nuovo regolamento UE Informazioni al consumatore’, ma anche ‘I Mercati delle commodity agricole: prospettive per il 2012 e risk management’. In linea generale, il nuovo regolamento è stato valutato molto positivamente in quanto rappresenta un notevole passo avanti ai fini di una miglior trasparenza delle etichette nei confronti del consumatore rendendo finalmente obbligatorio ciò che i produttori dolciari aderenti all’AIDEPI hanno deciso di fare a titolo volontario ormai da anni, e cioè l’apposizione dell’etichettatura nutrizionale sulle confezioni di tutti i prodotti. D: Ci può anticipare l’obiettivo principale per il 2012? R: Contiamo di resistere il più possibile in un momento economico non certo facile,cercando di non penalizzare il consumatore con evidente grande sacrificio per la marginalità delle aziende.