Le aziende maggiormente attive nella trasformazione digitale del settore industriale italiano e sostenitrici dell’Industrial IoT, si sono date appuntamento insieme ai costruttori di macchine, di impianti ed ai loro utilizzatori presso Piacenza Expo all’evento “Macchine Connesse: la Parola ai Costruttori”. Il progetto è promosso dall’Associazione MindSphere World che per l’occasione ha invitato tutti i suoi Soci a condividere le proprie testimonianze e presidiare l’evento con contributi di valore. La sua organizzazione è curata dal personale di 40Factory, scale-up con sede a Piacenza, già coordinatore lo scorso anno della prima edizione di Macchine Connesse.
MindSphere World mette a fattor comune competenze digitali e soluzioni al servizio delle aziende, promuovendo tra queste una rete di collaborazioni commerciali standard per la creazione di sinergie di business vincenti su scala globale. Alla base dell’operatività dell’Associazione vi sono innovazione, interoperabilità e regolamentazione, elementi che sono stati declinati nei diversi tavoli tecnici organizzati a “Macchine Connesse”.
La mattinata si è aperta con “La visione del mercato italiano” – a cui hanno preso parte Barbara Colombo – Presidente UCIMU (Unione Costruttori Italiani Macchine Utensili), Riccardo Cavanna – Presidente UCIMA (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio) e Francesco Rolleri – Presidente Confindustria Piacenza, con la presentazione a cura di Elisa Negri dei dati raccolti dall’Osservatorio Transizione Industria 4.0 del Politecnico di Milano su “L’IoT industriale in un’Italia in evoluzione”. Un sondaggio effettuato su un campione di 175 professionisti del settore che ha mostrato come nel 2021 il 34% dei costruttori di macchine ed end-user abbia fatto richiesta di beni strumentali a fronte di un canone, e di come siano stati concessi software di supporto alla produzione a fronte di un canone per il 33%. Anche i servizi per la manutenzione preventiva e predittiva sono stati richiesti dalle aziende italiane (rispettivamente 24% e 3%). Percentuali che evidenziano come le imprese abbiano la necessità di appoggiarsi ad esperti per potenziare i propri processi e per riuscire a mantenere alta la propria competitività in sistemi ormai necessariamente data-driven. Lo stesso sondaggio ha messo poi in evidenza una stima di crescita degli investimenti in IoT da parte delle aziende di circa 12-15% nel 2021 – l’anno precedente sono stati registrati impieghi per 4.1 miliardi di euro per tecnologie abilitanti per l’industria, di cui più del 50% è rappresentato dall’IoT industriale. Ma quanto tali investimenti riescono a integrarsi con l’intero processo produttivo? Questo il punto focale della giornata che ha portato alla luce la necessità di implementare processi di servitizzazione capaci di coniugare esperienze e competenze “tradizionali” all’utilizzo strategico dei dati dei macchinari. Una tecnologia è funzionale quando vi è una rete di conoscenze condivise in grado di servirsi di tutto il suo potenziale e trasformarlo in un modello di business vincente, questo il fil rouge che ha accompagnato i diversi interventi nella consapevolezza delle esigenze odierne e future del mercato dell’industria.
La giornata è poi proseguita con track parallele di approfondimento sui temi rilevanti dell’industrial IoT con la partecipazione di 18 professionisti del comparto costruzione macchine e grandi utilizzatori di automazione come il gruppo leader dell’alimentare Veronesi, l’azienda del settore plastiche Datwyler e il leader internazionale nei componenti meccanici SKF Group. È intervenuto anche Gabriele Favarò - Policy and Project Officer di CECIMO – sull’importante tema della regolamentazione dell’uso dei dati B2B a livello europeo. Inoltre, i partecipanti hanno potuto consultarsi con le aziende abilitatrici della trasformazione digitale che hanno presidiato la giornata con loro esperti in innovazione e realizzazione di progetti digitali: 40Factory, AIsent, Crossnection, Miraitek4.0, Retuner, Softeam, Stoorm5.
Un incontro che ha registrato più di 400 richieste di partecipazione in presenza da parte di professionisti, realtà imprenditoriali e appassionati del settore a dimostrazione del forte interesse riscontrato nel tema “digitale per l’industria”, che è oggi più che mai driver di cambiamento ed elemento essenziale per la competitività sul mercato.
“MindSphere World è la principale comunità globale per l’IoT, riunisce istituzioni multidisciplinari e promuove lo scambio di conoscenze e visioni per accelerare la trasformazione digitale dell'industria. Mirando all'innovazione e alla crescita attraverso gli ecosistemi, ci concentriamo su standard IoT e Cloud aperti come MindSphere. Siamo attualmente più di 170 Soci nel mondo, con la maggior parte delle aziende leader del settore industriale e siamo presenti in tutti i paesi industrializzati”. Ha poi concluso Lucia Frigerio, Vicepresidente MindSphere World Italia.
“In pochi anni l’industria 4.0 si è evoluta da termine futuristico a pane quotidiano per le nostre imprese” ha commentato Francesco Rolleri di Confindustria Piacenza “Una rivoluzione in cui vince chi ne coglie le enormi opportunità. Attenzione: non è un passaggio scontato. Alle macchine avevamo sempre e solo ordinato cosa fare. Abbiamo dovuto invece imparare ad ascoltarle e metterle in comunicazione tra loro. Un flusso costante di informazioni che sublima le intuizioni di addetti e imprenditori”.
Per le Associazioni di categoria il Presidente UCIMA, Riccardo Cavanna ha poi aggiunto “Ucima crede molto nella servitization e nell’integrazione sempre più efficace delle tecnologie per il packaging con strumenti digitali. Il know how sviluppato dalle aziende italiane in questi campi negli ultimi anni, tra l’avvento dell’Industria 4.0 e dell’IoT e la pandemia mondiale che ha accelerato lo sviluppo di nuove forme di assistenza a distanza, rappresenta oggi un asset fondamentale e un vantaggio competitivo determinante nei confronti della concorrenza internazionale”.
La Presidente di UCIMU Barbara Colombo ha affermato: “L’ammodernamento “dell’Officina Italia”, avviato e sostenuto dagli incentivi 4.0 operativi da più di un quinquennio, è in atto come dimostrato dai dati di consumo di macchine utensili digitali e interconnesse che fanno dell’Italia uno dei mercati oggi più vivaci al mondo. Il processo di trasformazione non è però ultimato anche perché non è distribuito in modo omogeneo tra le imprese del paese. Per questo chiediamo alle autorità del prossimo governo di ragionare, oltre il 2025, su un provvedimento strutturale di incentivo alla sostituzione dei macchinari obsoleti e di introduzione di tecnologie 4.0. Anche perché - ha concluso la presidente - queste tecnologie rispondono all’esigenza di riduzione dei consumi di energia e di corretta gestione delle risorse”.