Prosegue anche per i mesi di aprile e maggio 2010 il monitoraggio degli effetti della crisi economica sul settore delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio, condotto da UCIMA.
Dall’analisi dell’acquisizione ordini emerge che il bimestre aprile-maggio 2010 è stato positivo per la raccolta degli ordinativi, confermando il trend di ripresa in atto da ottobre dello scorso anno.
L’indice dell’ordinativo totale si è attestato infatti su un valore pari a 109,6 nel mese di aprile posizionandosi su un livello più elevato rispetto a quello registrato lo stesso mese dell’anno precedente (86,5). Anche il dato rilevato nel mese di maggio è positivo e si attesta a 176 contro il 147,9 dell’anno precedente (base 100 pari alla media ordini del 2009).
Per quanto riguarda le variazioni tendenziali, a partire da ottobre 2009 tutti i mesi hanno registrato una crescita positiva. Dopo il picco di febbraio (+66%) i tassi di crescita sono andati progressivamente decrescendo, fino a raggiungere +26, 8% ad aprile e +19% a maggio. La diminuzione dei tassi di variazione tendenziale può essere interpretata come un progressivo ritorno alla normalità.
Passando all’analisi della distribuzione degli ordinativi acquisiti tra mercato interno e mercato estero, nel mese di maggio il peso del mercato domestico è stato del 18% mentre quello estero è stato pari all’88%. Molto simili anche i valori di aprile. Nel bimestre considerato, la ripartizione dell’ordinativo si è attestata dunque su proporzioni che possono essere considerate “normali” per il settore delle macchine automatiche.
Nei mesi di aprile e maggio, l’indagine ha registrato un andamento abbastanza disomogeneo per quanto riguarda i settori cliente, con prevalenza di andamenti positivi. In particolare ottime le performance di food, farmaceutico e cosmetico & health care. Stabile l’andamento del settore chimico, leggermente inferiori ai valori medi del 2009 i risultati del beverage e dei così detti altri settori.
Anche nel bimestre aprile – maggio, il ricorso alla cassa integrazione si attesta su valori inferiori al 20% e per i prossimi mesi si prevede un’ulteriore diminuzione del numero di aziende che utilizzeranno questo strumento.