Un numero consistente di aziende radicate su gran parte del territorio nazionale: 13 in Emilia-Romagna (in corrispondenza della Packaging Valley che si snoda lungo la via Emilia, nelle zone di Modena, Bologna, Ferrara, Piacenza, Parma e Ravenna); 12 in Lombardia (nelle provincie di Milano, Monza, Pavia, Bergamo, Cremona e Mantova), 7 in Piemonte (che interessano le provincie di Cuneo, Asti, Novara e Torino), 2 in Veneto (nel distretto di Traviso), 1 in Umbria (Perugia), 1 in Toscana (Arezzo) e 1 Abruzzo (Chieti).
Queste hanno risposto positivamente alla mappatura delle "fabbriche di comunità" in tutta Italia, per un totale di circa 10mila locali offerti. Un dato che dimostra forte spirito di servizio verso il Paese e vicinanza al territorio, una risposta sociale oltre che imprenditoriale al periodo di incertezza che da oltre un anno sta vivendo tutta l’economia mondiale.
L’iniziativa di Confindustria si è attivata dopo aver condiviso il progetto con il Commissario Straordinario all’emergenza, Generale Figliuolo, ponendosi l’obiettivo di individuare le imprese disponibili a integrare la campagna vaccinale mettendo a disposizione i propri siti. Consapevoli che questa operazione consentirebbe di vaccinare simultaneamente milioni di persone che lavorano nelle imprese e che animano le comunità locali. Il sistema confindustriale si è rivolto in prima battuta alle grandi Associazioni di categoria come Ucima per coinvolgere realtà imprenditoriali strutturate e con infrastrutture adeguate all’operazione.
Non manca la partecipazione di centinaia piccole e medie imprese fondamentali per predisporre una distribuzione capillare. Secondo i dati fornito da Confindustria la partecipazione all’iniziativa ha coinvolto tutto lo stivale: il 48,8% delle imprese aderenti proviene dalle regioni del Nord-Ovest (il 36% del totale nella sola Lombardia); il 24,2% nelle regioni del Nord-Est (il 12% nel Veneto), il 14,1% nelle regioni del Centro, il 10,4% in quelle del Sud e il 2,5% nelle Isole. Nell’85% dei casi, si tratta di imprese del Sistema Confindustria, ma si sono candidate anche realtà quali terminal aeroportuali, porti, stazioni ferroviarie, alberghi, ippodromi e palestre.
L’emergenza Covid scoppiata lo scorso anno non ha colto impreparate le aziende del comparto che grazie alle tecnologie 4.0 che consentono il controllo in remoto degli impianti, il collaudo e l’assistenza a distanza, sono sempre rimaste vicini ai clienti in tutto il mondo.
La possibilità di una campagna vaccinale più rapida e strutturata renderà possibile alle aziende italiane di tornare ad offrire tutta l’expertise e il know-how Made in Italy in tutti i mercati internazionali al meglio, con l’usuale prontezza che le contraddistingue.