L'ultima edizione di Anufood China, rassegna svoltasi dal 16 al 18 novembre scorso a Pechino, è stata una importante occasione per l'industria agroalimentare italiana che ha potuto consolidare importanti risultati in uno dei mercati mondiali più promettenti.
L’edizione 2016 di Anufood China – organizzata anche quest’anno da Koelnmesse in collaborazione con CFNA (China Chamber of Commerce for Foodstuffs and Native Produce) e China Cuisine Association – ha permesso all’agroalimentare “made in Italy” di consolidare importanti risultati in uno dei mercati mondiali più promettenti (l’area attorno a Pechino conta oltre 200 milioni di consumatori).
E’ questa la sensazione che ha caratterizzato i giorni di fiera e le settimane successive all’evento, svoltosi dal 16 al 18 novembre scorso.
La rassegna – giunta alla sua terza edizione – ha dato ottimi risultati: 683 espositori da 36 Paesi hanno avuto a propria disposizione una vetrina altamente professionale per rivolgersi agli operatori della Cina settentrionale, un’area di questo grande Paese da sempre attenta ai prodotti food&beverage di qualità. Una offerta quanto mai completa, che ha visto una crescita del 10 per cento di quanti hanno scelto di venire a esporre a Pechino da Paesi stranieri, fra i quali hanno spiccato le proposte delle aziende presenti nell’Area Italia organizzata da Anuga e Cibus.
Una nuova tappa dell’oramai consolidata partnership fra Koelnmesse, Fiere di Parma e Federalimentare per proporre alle aziende italiane appuntamenti fieristici grazie ai quali consolidare la propria presenza nei più interessanti mercati mondiali.
Negli oltre 35mila metri quadrati occupati complessivamente dalla manifestazione forte risalto al lo spazio dedicato alla prima edizione dell’”Italian Pasta Summit”, evento organizzato da Koelnmesse e dallo Chef Massimo Esposito con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Pechino, Ice Agenzia e la Federazione Italiana Cuochi.
Una tradizione, quella della pasta italiana, che anche in questa terra è guardata con grande rispetto e costante curiosità, oltre che un modo efficace per richiamare l’attenzione di buona parte dei 26.626 visitatori che erano presenti all’evento. Visitatori di qualità: non bisogna infatti dimenticare che proprio dal nord-est della Cina passa quasi la metà del totale delle importazioni di bevande e generi alimentari, dunque una porta di accesso privilegiata, che sempre più realtà italiane e internazionali stanno imparando a conoscere.
Una ventina di aziende che hanno deciso di essere anche sponsor dell’Italian Pasta Summit; fra loro Barilla, Nestlè, Arte Olearia Coppini, Sterilgarda, Olio Costa D’Oro, Berneri.
Molto apprezzato anche il programma di eventi collaterali organizzati a Pechino, occasioni di approfondimento che hanno consentito ai partecipanti non solo di “toccare con mano” alcune importanti espressioni della distribuzione in Cina, ma anche di mettere in mostra i propri prodotti. Non bisogna mai dimenticare che la Cina è un grandissimo Paese nel quale convivono consuetudini, usi, consumi e gusti spesso diversi fra loro, per cui poter presidiare i diversi mercati partecipando a eventi che permettano di conoscere queste specificità e di stabilire contatti diretti e continuativi con operatori locali significa poter mettere in campo un solido vantaggio competitivo.
Un successo il programma di matchmaking che ha fatto incontrare gli espositori partecipanti con oltre cento buyers del retail cinese, fra cui realtà di primo piano come Crv Olè o Bhg, colossi delle nuove frontiere dell’e-commerce (Alibaba, Tastao.com), importatori, convenience stores, o gestori delle attiivtà di ristorazione di cinema, ospedali o compagnie aeree, oltre a una massiccia rappresentanza del settore Horeca.
Con 1688, una delle piattaforme e-commerce del già citato colosso Alibaba, si sono inoltre create delle vere e proprie sinergie per promuovere l’agroalimentare di importazione nei confronti dei diversi canali distributivi attivi in Cina per tutto l’anno e non solo in occasione di Anufood China.
Apprezzate anche le tre conferenze China International Meat Conference, incentrata sulle carni; la China International Dairy Industry Conference, dedicata alle tematiche dell’industria del “fresco”e il Imported Food Sub-forum. Organizzate dalla China Chamber of Commerce of Foodstuffs and Native Produce (CFNA), i tre eventi hanno coinvolto autorità pubbliche, esperti e imprenditori che si sono confrontati sui temi delle politiche industriali, delle norme, delle condizioni dei diversi mercati coinvolti e sulle diverse, possibili strategie commerciali, condividendo esperienze e valutando le opportunità offerte sia dai canali tradizionali che dalle “nuove leve” della vendita on line. Lavori a cui hanno complessivamente preso parte più di duemila delegati che hanno ascoltato le relazioni e le riflessioni di una quarantina di relatori.
Superfluo sottolineare l’interesse e la curiosità che ha creato nei giorni di fiera la seconda edizione del China Cuisine World Championship, un’autentica calamita per visitatori ma anche per molti espositori che hanno fatto da palcoscenico non solo ai migliori interpreti di questa cucina, che affonda le proprie radici in una storia e tradizioni millenarie, ma anche a chef arrivati per il concorso da Stati Uniti, Italia, Israele, Hong Kong, Macao e Taiwan. Oltre duemila i piatti preparati dai 200 concorrenti che sono stati valutati da un panel di trenta giudici accreditati dalla Wacs-World Association of Chef Society.
L’appuntamento con la prossima edizione è già fissato, a Pechino, dal 30 agosto all’1 settembre 2017.