Essedue e Rheninghaus, due marchi per un’eccellenza italiana delle affettatrici

Tra le principali aziende produttrici di macchine affettatrici emerge Essedue, un’eccellenza italiana presente sul mercato con due marchi, Essedue e Rheninghaus, entrambi molto noti sia all’utenza domestica sia all’utenza professionale. Nel 2019 l’azienda ha completato l’iter per la certificazione volontaria MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con gli Alimenti) rilasciata da ICIM SpA. Ne parliamo con Ellinor Cappa, Chief Commercial Officer per Essedue e Vittorio Petrillo, Export & Marketing Manager per Rheninghaus.
Essedue progetta, produce e vende attrezzature per la lavorazione dei cibi, in particolare affettatrici, che rappresentano il suo core business. Si tratta di affettatrici domestiche e professionali a cinghia o aingranaggi, realizzate per diverse tipologie di prodotti (carne, pane, formaggio, verdure, pesce e prodotti surgelati), in grado di operare in spazi anche piccoli. Due i marchi, Essedue e Rheninghaus, e due i siti produttivi, a Cura Carpignano (Pavia) e a San Mauro Torinese (Torino).
Essedue nasce nel 1986 e nel 2016 acquisisce Rheninghaus, importante azienda torinese che dal 1950 produce attrezzature per la ristorazione professionale. Le affettatrici prodotte da Essedue e Rheninghaus includono una grande varietà di modelli, dall’uso domestico all’uso professionale, sempre garantendo alta qualità al miglior prezzo. La produzione è completamente italiana e copre l’intero ciclo, inclusa la progettazione, le lavorazioni meccaniche, l’assemblaggio e l’imballaggio.
Come descrivereste l’attività di Essedue?
Ci occupiamo di progettazione e produzione di macchine per la preparazione dei cibi, soprattutto affettatrici, sia per uso domestico sia per uso professionale. Abbiamo inoltre un’importante collaborazione con uno dei principali costruttori americani per il quale produciamo OEM i componenti della loro macchina di più alta gamma.
Qual è il vostro prodotto di punta?
Negli anni, anche per contrastare la concorrenza cinese, abbiamo sviluppato una gamma molto estesa, con numerose varianti, in grado di soddisfare puntualmente ogni più specifica esigenza. Pertanto il prodotto di punta si può dire sia la nostra versatilità, unita alla nostra capacità nel reagire alle richieste.
Qual è il vostro mercato di riferimento - in relazione anche ai vostri due marchi - quali i principali paesi di esportazione?
Esportiamo in ben 80 Paesi, sia con i nostri marchi Essedue e Rheninghaus, sia in OEM: parliamo di circa il 95% della nostra produzione.
Cosa vi distingue dai competitor?
Abbiamo sviluppato progetti e soluzioni originali, in grado di anticipare o comunque risolvere le problematiche più attuali. Parliamo sia di soluzioni relative all’utilizzo – ad esempio, versioni speciali per il taglio di prodotti diversi o disegnate sulle abitudini dei mercati di riferimento – sia di soluzioni relative alla pulizia e alla manutenzione. Produciamo le nostre macchine garantendo la massima affidabilità, dunque evitando ogni criticità nell’assistenza: un fattore di successo dal momento che esportiamo un’importante percentuale della nostra produzione. A tal fine, utilizziamo sempre componentistica di qualità e adottiamo soluzioni per la protezione contro l’umidità e le infiltrazioni dei liquidi. Abbiamo anche brevettato l’affettatrice ATC 350 con lama per volano su macchina elettrica.
Ritenete che in Italia le regole del comparto per quanto riguarda la sicurezza siano sufficienti e che tutelino i produttori che le rispettano? E gli strumenti di controllo e garanzia lato consumatore? E all’estero?
La norma europea - alla cui elaborazione abbiamo collaborato essendo membri del relativo Working Group - è ancora oggi un buon riferimento. Tuttavia, il parco macchine esistente - in Italia e non solo - è piuttosto antiquato e quindi si vedono ancora macchine attive che non sono a norma, specialmente nelle realtà più piccole come negozi e ristoranti. Una corretta politica di informazione, controlli rigorosi ma anche incentivi all’acquisto sarebbero auspicabili per eliminare macchine poco sicure per gli operatori e poco igieniche per gli utenti finali.
Cosa fate per mantenere alta la qualità dei vostri prodotti?
Le nostre strutture sono molto snelle, per evitare costi insostenibili, e agiamo principalmente su due fronti: siamo costantemente attenti al feedback del mercato, approfondendo seriamente le segnalazioni di eventuali avarie o anomalie sui nostri prodotti, in modo da implementare rapidamente le necessarie correzioni; e selezioniamo attentamente i nostri fornitori, escludendo quelli più economici e meno affidabili. Più in generale, lavoriamo tenacemente per potenziare l’area tecnica e l’area qualità.
Quali sono i principali elementi di innovazione tecnologica?
Nel tempo abbiamo adottato diverse soluzioni, dettate anche da esigenze specifiche dei mercati. Un’innovazione di cui andiamo fieri è l’adozione del rivestimento in QuanTanium, uno speciale materiale antiaderente che permette di ottenere grande resistenza ad abrasioni e detergenti aggressivi. Viene utilizzato in particolare per il taglio dei formaggi ed è molto apprezzato in cucine professionali, dove il turnover è elevato.
Cosa vi ha spinto a percorrere la strada della certificazione volontaria MOCA?
La ricerca di materiali di qualità dovrebbe essere uno standard ma sappiamo che, purtroppo, non è così. Riteniamo per contro, che la sicurezza sia una tematica importante, in particolar modo verso l’utilizzatore finale. Vogliamo dunque distinguerci da produttori meno accorti ed essere trasparenti nei confronti dei nostri clienti: il percorso di certificazione con un ente terzo riteniamo sia un buon modo per dare certezza a chi sceglie i nostri prodotti.
La certificazione può essere un elemento di differenziazione positiva importante fino a generare un vantaggio competitivo?
C’è sicuramente bisogno di informazione e corretta comunicazione nei confronti dei clienti e, in generale, degli utilizzatori. Malauguratamente l’utilizzo di materiali conformi per il contatto con gli alimenti non è scontato. Sicuramente gli utenti stanno diventando più esigenti e attenti a questi temi e indagano con maggiore accuratezza. Farsi trovare pronti e prevedere le loro necessità è sicuramente un vantaggio.
Cosa auspichereste per il settore MOCA con riferimento al vostro ambito di attività?
Sarebbe giusto uniformare icontrolli anche sulle attrezzature provenienti dall’estero, in modo da garantire maggiore tutela all’utilizzatore finale e proteggere le imprese responsabili dalla concorrenza sleale.
Che impatto ha avuto la pandemia sul vostro business?
L’emergenza sanitaria ha sicuramente avuto un forte impatto sul settore ristorazione e dunque sul nostro business. L’augurio è che la ristorazione in primis possa riprendere a operare a gonfie vele e che gli operatori scelgano esclusivamente prodotti di qualità certificata.

Gallery