Farmaceutico e crisi

Capacità e coesione dell'indotto come vantaggi nel contenimento dei costi. Le indicazioni del Quinto Rapporto dell'Osservatorio Pharmintech.
La filiera del farmaceutico si presenta sempre più coesa di fronte alla crisi economica generale. I produttori di farmaci e l'indotto Pharmintech (così definito dalla fiera e relativo Osservatorio che rappresenta le imprese che producono semilavorati, macchinari, impianti e servizi non commerciali per l’industria farmaceutica) mettono assieme un macrosettore con numeri d'eccellenza nel panorama dell'industria italiana: quasi 126mila occupati, 36,4 miliardi di euro di produzione, 11,4 miliardi di valore aggiunto e 1,6 miliardi di investimenti. Il Quinto Rapporto annuale dell'Osservatorio Pharmintech evidenzia un fattore che riveste particolare importanza: il forte indotto farmaceutico presente in Italia costituisce un fattore di vantaggio competitivo per l'intera filiera rispetto ai competitor europei. In numeri, il comparto da solo vale 11,2 miliardi come produzione, ha circa 61 mila occupati e sviluppa 3,6 miliardi di valore aggiunto. Spiega Giampaolo Vitali, del Gruppo Economisti d'Impresa, autore dell'indagine dell'Osservatorio: "Nel farmaceutico l'attenzione ai costi di produzione è un fatto relativamente recente, in quanto minoritari rispetto a quelli di ricerca, sperimentazione e promozione. Oggi, il contenimento dei prezzi di vendita, determinato dai problemi di bilancio pubblico in tutti i Paesi UE, non permette di agire come in passato sulla leva dei ricavi e rende indispensabile quindi ottimizzare i costi di produzione - prosegue l'economista -: le caratteristiche dell'indotto Pharmintech ed il controllo dei costi permesso dall'outsourcing sono validi strumenti attraverso i quali l'industria farmaceutica è favorita nel creare valore". Indicazioni confermate dai risultati che l'Osservatorio ha sviluppato attraverso l'elaborazione dei dati di fonte Prometeia, Istat e Farmindustria: l'indotto farmaceutico tiene anche in tempi di crisi, con valori caratteristici stabilmente superiori rispetto alla media dell'industria manifatturiera italiana. Elevato valore aggiunto per addetto (vale 239 per il farmaceutico e 118 per il suo indotto rispetto alla media 100 del totale dell'industria manifatturiera), fatturato per addetto (195 per il farmaceutico e 127 per l'indotto, rispetto alla media di 100), più alto anche il salario per addetto (209 e 119 rispetto a 100). Ottime le performance nelle esportazioni per addetto che, fatta 100 la media del manifatturiero nazionale, valgono rispettivamente 294 per il farmaceutico e 127 per l'indotto Pharmintech. L'Osservatorio, al quale partecipano le più rappresentative associazioni industriali e professionali del settore farmaceutico, a partire da Farmindustria, prende nome dalla fiera Pharmintech, che ha luogo ogni tre anni a Bolognafiere e che terrà la sua prossima edizione dal 17 al 19 aprile 2013, con una giornata di contemporanea con Cosmofarma, la manifestazione leader europea di prodotti e servizi per la salute, bellezza e benessere in farmacia. L'Osservatorio ha svolto un'indagine su un campione rappresentativo di imprese, per testare la validità dello strumento predittivo, affinato in cinque anni di lavoro che, di semestre in semestre, elabora le tendenze in termini di fatturato, export e occupazione. Ebbene, per tutte e tre queste variabili, sono stati rilevati buoni margini di attendibilità: circa il 60% delle imprese è in grado di formulare previsioni esatte sulle tendenze future di fatturato ed esportazioni. Tale percentuale è ancora più elevata nel caso dell’occupazione, il cui andamento viene stimato in modo esatto dal 70% delle imprese. Il range di previsioni errate è suddiviso in maniera equilibrata fra eccesso di pessimismo ed eccesso di ottimismo rispetto ai riscontri a consuntivo: da notare che, nel caso dell'export, le imprese italiane nel secondo semestre 2011, periodo a cui si è riferito questo segmento d'indagine, avevano fatto prevalere la prudenza, con la crescita che si è rivelata, a conti fatti, superiore alle previsioni. Questo dato, nelle interpretazioni degli analisti dell'Osservatorio Pharmintech, sta a dimostrare che "la domanda estera è stata la principale determinante della ripresa congiunturale dell’economia italiana, e in particolare dell’indotto farmaceutico, con una dinamica di crescita che in molti casi è risultata al di sopra di ogni aspettativa più ottimistica".