Quale tendenza è più rilevante per la Schubert: impianti altamente flessibili o piuttosto singole soluzioni complete?
A prima vista questi due requisiti sembrano incompatibili. Per la Schubert invece la flessibilità e la soluzione completa non costituiscono degli opposti, quindi non siamo obbligati a scegliere quale direzione prendere. Le nostre macchine TLM, con il loro sistema modulare, coniugano le due tendenze anche grazie alla nostra visione globale dell'intero processo di confezionamento. Il mercato tuttavia richiede sempre di più delle soluzioni molto più flessibili in diversi punti. In più, gli sviluppi tecnologici mettono in dubbio i processi noti e comprovati, parliamo per esempio della digitalizzazione.
Quali sono gli sviluppi che richiedono una flessibilità particolarmente alta?
Una delle questioni aperte attualmente è quella dei materiali per il confezionamento. Al momento il settore conosce uno sviluppo molto dinamico, perché vengono richieste confezioni il più possibile ecologiche che allo stesso tempo proteggano il prodotto in modo ottimale e non provochino costi aggiunti per il consumatore finale. Più cartone e meno plastica, più film-barriera di carta e meno pellicola protettiva multistrato: questo è il futuro. Queste alternative però oggi si possono già utilizzare nelle nostre macchine. La confezione a base di carta fa parte ormai da oltre 50 anni del mondo della Schubert. Tuttavia, i produttori si trovano ad affrontare una nuova sfida e desiderano delle soluzioni che siano adattabili in futuro. Nella progettazione di nuovi impianti quindi noi facciamo molta attenzione alle possibilità flessibili di impiego e testiamo direttamente sulle nostre macchine i nuovi materiali, per giudicarne la qualità e la loro idoneità al processo meccanizzato. Controlliamo per esempio la tenuta delle nuove pellicole utilizzate per i flowpack e analizziamo la qualità della saldatura di sigillatura in uno dei nostri Flowmodul.
Come giudica in questo senso la tendenza crescente verso il prodotto personalizzato?
La "mass customization“ è sicuramente un secondo sviluppo decisivo nel settore del packaging. La varietà dei prodotti è in continuo aumento, non solo nel prodotto vero e proprio, ma anche nelle varianti di confezionamento e nelle opzioni per personalizzarli. Questo significa che le unità di prodotto diventano sempre più piccole e bisogna quindi ripreparare la linea molto più spesso. I produttori quindi hanno bisogno di impianti di confezionamento sempre più flessibili che permettono il cambio di formato rapido e una ripresa immediata subito dopo. E questo è proprio il nucleo della nostra filosofia: un impianto Schubert deve fornire risultati produttivi immediati, privi di errori e senza curva di partenza. Soprattutto nei settori molto dinamici come quello dei cosmetici in cui il cosiddetto "time to market“ è ancora più corto, queste funzioni sono vitali per realizzare una produzione efficiente e senza intoppi. Qui ci viene in aiuto la digitalizzazione che ci apre nuove strade finora inesplorate.
A cosa si riferisce esattamente?
Una nuova possibilità digitale in forte crescita nell'industria è la manifattura additiva. Noi utilizziamo il procedimento della stampa 3D per i pezzi di formato degli utensili dei robot. Gli utensili 3D individuali che si adattano alla forma dei prodotti ora si possono sostituire in pochi minuti oppure addirittura essere stampati direttamente durante la produzione grazie alla nostra nuova piattaforma Part-Streaming. Un'altra direzione che permette più flessibilità la troviamo nel controllo della macchina: la Schubert utilizza lo standard internazionale OPC-UA come linguaggio macchina per il suo controllo della macchina confezionatrice VMS, così da poter integrare facilmente i nostri impianti TLM nelle soluzioni chiavi in mano. Inoltre, il nuovo gateway industriale GS.Gate che oggi viene integrato in tutte le nuove macchine Schubert, offre nuove opzioni per eseguire la manutenzione preventiva e l'intervento veloce di assistenza tecnica, riducendo così il rischio di un guasto macchina al minimo.
Come integrate la flessibilità nelle vostre macchine?
Noi pensiamo alla flessibilità prima di tutto dal lato del prodotto. Bisogna poter produrre diversi prodotti con confezioni di diverse dimensioni in configurazioni differenti su una sola macchina. Con prodotti diversi intendo anche per esempio bottigliette e biscotti. Questo è il traguardo che ci poniamo e pretendiamo di raggiungerlo con due tipi di macchine: da una parte le linee picker che confezionano i singoli prodotti sfusi e costituiscono il 100 per cento della flessibilità, dall'altra gli impianti TLM con il raggruppamento dei prodotti fatto con i robot pick-and-place che offrono circa il 70 per cento di flessibilità oppure con soluzioni meccaniche di raggruppamento. Qui potremmo parlare del 50 per cento di flessibilità, aumentabile ancora con l'impiego di utensili intercambiabili di pre-raggruppamento. La flessibilità sta nell'utensile, insomma! La parte meccanica però è soltanto un componente della flessibilità della macchina. Noi consideriamo la parte meccanica, quella elettrica e il software come un sistema integrato, la cui variabilità è rappresentata in definitiva dal controllo della macchina confezionatrice VMS.
Si parte dal prodotto e si passa poi alle confezioni secondarie e terziarie. Con la tecnologia modulare possiamo realizzare su un'unica macchina tutte le varianti: diverse grandezze delle confezioni, prodotti singoli, disposizione variabile dei prodotti, cartone, flowpack o vassoio, tutti di materiali diversi. Le macchine Schubert grazie al loro design hanno praticamente la flessibilità incorporata.
Cosa significa per la Schubert una soluzione completa?
In teoria esattamente questo: con la tecnologia flessibile in un impianto Schubert siamo in grado di realizzare l'intero processo di confezionamento, dal prodotto nudo fino al pallet pronto per il trasporto, senza interruzioni. Per ogni commessa noi analizziamo i processi precedenti e successivi per fornire al cliente la migliore soluzione. A volte integriamo anche dei processi intermedi, p.e. le soluzioni track-and-trace per l'industria farmaceutica. Da tanto tempo ormai le classiche macchine singole alla Schubert non sono più al centro della nostra produzione; noi costruiamo impianti che integrano da almeno due a qualsiasi numero di processi. Una soluzione completa significa per noi anche lo sviluppo della nostra gamma di tecnologie. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato diversi processi che ora siamo in grado di integrare negli impianti TLM, come la termoformatura, la sigillatura, la tranciatura o anche il riempimento di liquidi o il dosaggio di polveri. Adesso stiamo sviluppando come tecnologia complementare il nostro robot senza gabbia di sicurezza, il Cobot. Possiamo dire quindi che la Schubert fornisce soluzioni complete che sono e rimangono flessibili.