Il consumo di carni bovine in Italia

Presentata la ricerca Doxa sul consumo di carni bovine in Italia. Per la carne inglese ampi spazi di crescita sul mercato italiano
Con circa 400.000 tonnellate l’anno, l’Italia si conferma essere il principale importatore di carni bovine di qualità dell’Unione Europea. Dal 2006 – anno in cui l’Inghilterra ha potuto riammettere le sue carni sui mercati dopo la crisi dello scandalo 'Mucca pazza (BSE)' - le esportazioni verso l’Italia sono cresciute in maniera sostanziale e, nel 2011, circa 9.000 tonnellate di manzo sono entrate dall’Inghilterra nel mercato italiano, principalmente attraverso il canale dei ristoranti di qualità, presso i quali queste carni sono considerate tra le migliori. In questo contesto EBLEX, l’Ente inglese che promuove le carni rosse in Europa, ha affidato a Doxa lo sviluppo un progetto di ricerca quali-quantitativo, volto principalmente ad aggiornare uno studio già condotto da Doxa per EBLEX nel 2005. Analizzare le caratteristiche generali del consumo di carni bovine in Italia, esplorare il vissuto associato al consumo di esse, delineare l’immagine di prodotto e valutare le percezioni di rischio legate al consumo di carni bovine provenienti dall’Inghilterra, individuare le potenzialità e le modalità d’uso in chiave comunicazionale dell’etichetta 'Matured Beef' ottenuta da Eblex e, per ultimo ma non da ultimo, valutare il  gradimento e il contributo alle vendite della stessa sono solo alcuni dei punti che sono stati trattati lo scorso 27 settembre a Milano, davanti a operatori del settore e rappresentanti della grande distribuzione. Il quadro che ne  è emerso  è risultato essere molto variegato, in cui la carne viene percepita come un alimento gustoso e versatile a cui si riconosce un elevato valore nutrizionale, nonostante alcune criticità legate alla scarsa appetibilità nel target younger e older e ad un prezzo comunque elevato per quanto riguarda i tagli moderni. Il consumo di carne in Italia risulta essere molto forte (l’88% della popolazione italiana ha dichiarato di consumare carne bovina), anche se si colgono i segnali di una lieve flessione (nel 2005 il consumo si attestava sul 93%). Ma, a fronte di una mancanza di background conoscitivo approfondito della carne inglese c’è una evidente curiosità da parte del consumatore nei confronti di questo prodotto, oltre ad un cauto ottimismo che lascia sperare ad ampi margini di crescita per l’immediato futuro. Un’importante 'leva' in questo senso è data dalla tenerezza - una delle caratteristiche organolettiche più apprezzate dagli italiani - che le carni inglesi possono vantare e certificare grazie alla recente acquisizione dell’etichetta 'Matured Beef'. Elisabetta Genta, responsabile settore consulenza di Marini, ha posto a questo proposito l’attenzione sulla frollatura della carne, un processo ormai sempre più «dimenticato», mentre Francois Tomei, direttore di Assocarni, ha fatto il punto della situazione sul mercato delle carni in Italia, sul momento indiscusso di crisi economica e sulla sua ripercussione sugli acquisti delle famiglie italiane. E’ stato quindi il momento di Robert Pickard, professore emerito in Neurobiologia presso la Cardiff University, presidente del British Nutrition Foundation e consulente scientifico presso varie istituzioni (FAO, il Ministero dell’Energia britannico e la Fondazione Britannica per la Nutrizione tra gli altri). Pickard ha evidenziato l’importanza della carne nella nostra alimentazione. I prodotti a base di carne rossa, assieme al latte, fanno parte del gruppo dei cibi più ricchi per gli esseri umani, storicamente onnivori. Le persone anziane in particolare traggono beneficio da prodotti a base di carne rossa grazie all'elevata densità di micronutrienti che ne facilita l'assorbimento e i cibi da mammiferi sono in grado di compensare carenze sintetiche nel sistema metabolico soggetto a invecchiamento.
Topic: Il mercato
Enti e associazioni: ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO