Il percorso del cioccolato: etichettatura, fine linea e logistica

Inscatolamento, palettizzazione, etichettatura e protezione dagli sbalzi di temperatura completano quanto fatto nel confezionamento primario.

Lo speciale "I Percorsi del packaging: il percorso del cioccolato" si conclude con un approfondimento dedicato a etichettatura, fine linea e logistica.


Nell’industria del cioccolato più che altrove il fine linea significa supervisione e tutela del prodotto fino al momento dell’acquisto da parte del consumatore. Inscatolamento, palettizzazione, etichettatura e protezione dagli sbalzi di temperatura completano quanto fatto nel confezionamento primario.


Le incartonatrici automatiche, per casse americane o wrap around, sono sempre più affidabili e compatte. L’offerta dei palettizzatori varia dai sistemi standard alle soluzioni personalizzate e configurabili in funzione delle condizioni logistiche, dell'area di fine linea e delle esigenze di cambio formato, cambio prodotto e/o layout. La gestione degli schemi di palettizzazione, eseguita mediante pannello operativo, è semplice e veloce: i programmi di lavoro possono essere creati e modificati con facilità e ogni programma memorizzato può essere richiamato e riutilizzato; l'ausilio di un modem permette inoltre il servizio di tele-assistenza. La semplicità meccanica, l'uso di componentistica di derivazione robotica e l'ottimizzazione strutturale consentono il drastico abbattimento dei costi di manutenzione, dei consumi energetici e il prolungamento del ciclo di vita degli impianti.


Stante la delicatezza dei prodotti un’attenzione particolare è riservata allo stoccaggio e ai trasporti. I fattori che influenzano le modalità di stoccaggio e trasporto sono la durata del viaggio, il tipo di percorso e la temperatura esterna. Essendo la temperatura di conservazione ottimale compresa tra 10 e 18 °C, nei mesi estivi si ricorre a stoccaggio e trasporto in ambienti refrigerati. In questo modo si evitano alterazioni di aspetto e sapore che si manifestano a partire dai 21 °C; a 24°C il cioccolato si ammorbidisce, si deforma e si innesca il fenomeno dell’affioramento dei grassi e a 28°C comincia la fusione. Anche una temperatura troppo bassa può provocare altrettanti danni, dovuti all’inevitabile formazione di condensa; nel caso del cioccolato farcito con liquidi (caffè, liquore) o con fondant, in seguito all’espansione del ripieno, il guscio zuccherino di protezione può rompersi e compromettere le caratteristiche del prodotto.


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