Prodotti cosmetici: indicatori dinamici e imballaggio

Dopo un'introduzione generale e un approfondimento sui canali di distribuzione, il “Dossier: l’industria cosmetica italiana” – Edizione 2010 prosegue con altri interessanti dati.

Gli indicatori dinamici


A rendere ancor più interessante e completa l’indagine realizzata dal Centro Studi e Cultura d’Impresa di Unipro è il monitoraggio dei “sentiment” delle imprese associate, ovvero delle loro aspettative rispetto al futuro, espresse attraverso un’articolata serie di indicatori economici.


Tale rilevazione periodica mira a stabilire, con tre differenti situazioni - aumento, diminuzione e costante - l’andamento dei livelli di occupazione, degli investimenti in macchinari, impianti e manutenzione, di quelli in ricerca e sviluppo e in comunicazione, oltre al grado di utilizzo degli impianti, ai costi di produzione e a quelli delle materie prime. L’analisi e il confronto dei dati raccolti periodicamente permettono, così, di offrire una descrizione omogenea e comparabile nel tempo dei vari livelli.


In linea generale, gli indicatori dinamici rilevati nel corso dell’ultima indagine si rivelano particolarmente favorevoli, evidenziando lo stato di salute attuale dell’industria italiana della bellezza.


Partendo dunque dall’andamento del livello di occupazione, i segnali sono più che positivi, laddove il 20,3% delle aziende interpellate prevede un aumento, erano solo il 10,7 nella precedente analisi, e, al contempo, il 69,6%, contro il precedente 68,3%, segnala una situazione costante. Inoltre, diminuiscono nel settore i rilievi sul ricorso alla cassa integrazione, a conferma di trend occupazionali più che confortanti.


Interessanti dinamiche di crescita si registrano, poi, sul fronte degli investimenti in macchinari e impianti, espressione delle previsioni di ampliamento della capacità produttiva: è infatti il 40,7% del campione a prevedere un incremento del parco macchine a disposizione, contro il 26,9% di fine 2009. E aumenta altresì la propensione agli investimenti in manutenzione, a riflettere il bisogno delle imprese di garantire la miglior attività produttiva possibile: la percentuale di coloro che prevedono un aumento passa dunque dal 10,9% al 29,3%.


Altro indicatore interessante è quello relativo agli investimenti in ricerca e sviluppo, cruciale per definire la competitività delle aziende cosmetiche. Nel primo semestre 2010 la previsione di aumento è segnalata dal 44,2% degli intervistati: un risultato rassicurante anche in considerazione della totale assenza di indicazioni di diminuzione che nella precedente rilevazione toccava il 5,7% delle aziende.


Per quanto riguarda gli investimenti in comunicazione, si attende, dopo la pesante contrazione del 2009, una ripresa, dipanata all’insegna del ricorso a differenti mix di mezzi pubblicitari. Le previsioni di aumento passano dal 12,9% al 45,8%, mentre sul fronte opposto si riducono drasticamente le previsioni di diminuzione, passando dal 23,2% al 4,5%.


A completare tale quadro di generalizzata fiducia nella ripresa sono, poi, le previsioni sul grado di utilizzo degli impianti, indicatore della flessibilità produttiva delle imprese cosmetiche. È oltre il 44% degli intervistati a denunciarne un aumento, contro il 10% della precedente rilevazione, mentre diminuisce il numero dei pessimisti, dal 29,1% della precedente indagine al 10,8% dell’ultima rilevazione.


Un segnale importante viene, infine, dalla previsione dei costi di produzione. Se è vero che oltre il 46% degli intervistati ne prevede un aumento, peraltro naturale in momenti di ripresa economica, è importante sottolineare che la percentuale di chi si aspetta una contrazione di tali costi produttivi passa dal 6,6% al 17,7%. Sempre a tale riguardo, anche l’incidenza dei prezzi delle materie prime sui costi di produzione sembra confermare una tendenza all’incremento della pressione: la quota delle aziende che si fermano al 3% arriva al 61,4%, era il 64,7% nel precedente semestre, mentre a segnalare una percentuale di oltre il 6% dell’incidenza dei prezzi delle materie prime sui costi di produzione è il 15,9% degli intervistati, contro l’11,8% dell’edizione precedente.


Il valore dell’imballaggio


Tra i cosiddetti indicatori dinamici relativi al settore italiano della bellezza, ruolo particolarmente significativo nel determinare la composizione dei costi dei cosmetici lo riveste il valore dell’imballaggio. In linea con quanto registrato negli scorsi anni, la plastica e la carta sono gli imballi più utilizzati, rispettivamente con il 40,2 e il 34,4%, e continuano a erodere quote significative a materiali quali vetro, 12,5%, e alluminio, 12,4%. Altro dato interessante, nell’ultima rilevazione ben il 47,7% delle aziende intervistate, ovvero poco meno della metà, ha dichiarato di avere modificato, nel corso dell’anno, la composizione del packaging.