Le etichettatrici modulari hanno dimostrato negli anni la loro validità, principalmente poiché consentono di “vestire” i recipienti su aggregati diversi che applicano differenti tipi di etichette. Le prime macchine modulari sono state sviluppate da Krones, che ha poi via via perfezionato questa tecnologia fino ad arrivare a proporre, oggi, le etichettatrici modulari di seconda generazione.
Queste macchine presentano una serie di migliorie rispetto ai precedenti modelli. Un esempio è costituito dalla presenza di un unico touch-screen centrale e orientabile, da cui vengono azionati sia la macchina base, sia gli aggregati. In questo modo si ha una maggiore ergonomia e si evitano impostazioni doppie sulla macchina e sull'aggregato. Le nuove stazioni d'aggancio motorizzate, che hanno sostituito le stazioni idrauliche o pneumatiche, consentono di sostituire gli aggregati in modo semplice e rapido. La posizione esatta dell'aggregato viene raggiunta per mezzo di un supporto autocentrante e anche l'operazione di aggancio vero e proprio è stata semplificata dal sollevamento degli aggregati nella stazione.
A livello pratico si ottengono due grandi risultati: una macchina che può essere predisposta in modo ottimale per altri tipi d'etichettatura e il vantaggio di ridurre i costi, perché tempi di cambio formato più brevi significano tempi produttivi più lunghi e un rendimento più elevato. Le etichettatrici modulari della seconda generazione possono essere integrate negli impianti già esistenti, ma non sono compatibili con quelle della prima generazione.