Ucima: packaging italiano a gonfie vele

Secondo i dati Ucima, il settore dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio chiuderà l’anno con un giro d’affari superiore a quello pre-crisi.
Con diciotto mesi di crescita alla spalle, il settore dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio si appresta a chiudere il 2011 con un giro d’affari superiore ai 4 miliardi di euro, in crescita del 19% rispetto al 2010 e superiore ai valori pre-crisi del 2008, quando il fatturato di settore si assestò su 3,827 miliardi di euro. Secondo i dati raccolti dal Centro Studi di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio), nei primi nove mesi dell’anno il fatturato di settore è risultato in crescita del 19% sullo stesso periodo dello scorso anno, con le esportazioni che hanno registrato una variazione positiva del 20,6% e il mercato domestico che cresce a ritmi più contenuti, sebbene prossimi alla doppia cifra (9,6%). A totalizzare i risultati migliori nell’export sono gli storici mercati di sbocco per i costruttori italiani di macchine per il packaging. Nei primi sette mesi dell’anno (i dati sul commercio mondiale ad oggi disponibili si fermano infatti al mese di luglio), la Cina (+19,8% sullo stesso periodo 2010) si conferma il principale destinatario delle tecnologie italiane con una quota del 10% dell’export totale. Seguono gli Stati Uniti, con un incremento del 23,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente e una quota del 7,7% dell’export totale, e la Francia (+20% e una quota del 7%). Tra i Paesi che fanno segnalare le crescite maggiori, invece, Turchia, Russia, Giappone, Arabia Saudita e Belgio. Nonostante le ottime performance fin qui registrate, resta cauto l’ottimismo per i prossimi mesi. A partire dalla seconda metà dell’anno, infatti, si è iniziato a registrare un ridimensionamento nei volumi d’affari e un peggioramento nella raccolta ordini, in linea con le previsioni macro-economiche. L’andamento di questi ultimi, che anticipa solitamente di due trimestri l’andamento del fatturato, porta a stimare un rallentamento della crescita del settore nella prima metà del 2012.