Conesa ha recentemente installato nel proprio stabilimento spagnolo la riempitrice asettica GNovasteril di Goglio per implementare i processi di confezionamento riferiti alla filiera del pomodoro processato.
Rispetto per il prodotto, attenta selezione delle materie prime, customizzazione del servizio, solida tradizione con una propensione allo sviluppo di tecnologie all’avanguardia, carattere internazionale dell’offerta: sono questi i valori che accomunano Goglio (e la sua filiale iberica Fres-co System España) e CONESA Group, protagonisti mondiali e partner consolidati nella filiera del pomodoro processato.
Entrambi i marchi hanno scelto, nel corso degli anni di adeguare la propria offerta alle tendenze in atto nel campo dell’alimentazione e della conservazione dei prodotti, consolidando una partnership quasi trentennale che coniuga tradizione e innovazione.
Conforme a queste virtuose scelte, CONESA ha recentemente installato nel proprio stabilimento di Badajoz (Extremadura, Spagna) la riempitrice asettica GNovasteril di Goglio per implementare i processi di confezionamento e incrementare la produzione e la competitività sul mercato.
Manuel Vázquez Calleja, CEO CONESA Group, commenta questa partnership di successo parlando della storia e del futuro dell’azienda spagnola.
Quale strada ha intrapreso CONESA dalla sua fondazione a oggi?
CONESA è un’impresa a conduzione familiare nata nel 1976 a Badajoz.
Dalle 6.000 tonnellate a campagna iniziali, l’azienda è oggi una multinazionale che gestisce una produzione di 1 milione di tonnellate di pomodoro fresco per campagna, con 9 unità produttive dislocate in tre continenti (cinque in Spagna per la produzione finale, due in Portogallo, una in Cina, una in California).
Lavoriamo principalmente materie prime (concentrato di pomodoro, succo, polpa) destinate al confezionamento in svariati formati e per esigenze di mercato diverse: dal formato industriale fino a 240 kg, ai formati orientati al food service (sacchi asettici – da 3 a 20 kg – stoccati in bag-in-box, e lattine da 450 gr a 5 kg).
A livello di prodotto, qual è il vostro plus?
Cerchiamo di differenziarci rispetto alla concorrenza, sia offrendo varietà nelle tipologie di confezioni che nei prodotti “speciali”. Negli ultimi 7 anni infatti abbiamo avviato una produzione agricola propria in una tenuta di 1.400 ettari incentrata su coltivazione organica, di origine controllata e attenta alla salute dell’agroecosistema. Ad esempio, abbiamo sementi di varietà selezionate (a bassa acidità o con alto contenuto di licopene, potente antiossidante e antitumorale) o coltivazioni specifiche per il baby food.
La strategia di crescita passa attraverso l’anticipo delle tendenze di mercato?
Oggi come non mai. Queste accortezze ci hanno permesso di raggiungere anche una clientela sempre più attenta all’origine e alla coltivazione organica e sostenibile, di garantire la rintracciabilità del prodotto fin dalla semina, la varietà di prodotto coltivato, e una produzione controllata che non ecceda la domanda di mercato. Naturalmente all’interno della fabbrica abbiamo una linea di trasformazione indipendente per queste tipologie di prodotti, e abbiamo creato un canale di trasferimento delle tecnologie con i nostri agricoltori terzi, affinché possano beneficiare dei vantaggi delle coltivazioni sostenibili. Anche il nostro dipartimento di R&S lavora continuamente nella parte agricola e industriale, per sviluppare nuove soluzioni su misura e personalizzate.
Specializzazione, sostenibilità, servizio, innovazione e tradizione, familiarità, sono alcuni dei valori bandiera anche in Goglio. Coincidenze?
Certamente no. Abbiamo avuto da subito un dialogo diretto e proficuo con Goglio, interfacciandoci in modo positivo e trovando le opportune soluzioni sulle questioni tecniche relative alle nostre esigenze. Quasi tutti i nostri prodotti sono confezionati in buste asettiche, e considerando una produzione finale di 250.000 tonnellate di prodotti processati per campagna, con ritmi di lavoro di 24 ore, sette giorni su sette, la scelta del partner è per noi determinante. Anche la presenza sul territorio ha giocato un ruolo fondamentale, fornendoci assistenza e servizio professionale.
In termini di costi di esercizio e aumento della produttività, qual è stato l’apporto di GNovasteril?
GNovasteril è una macchina specifica per la linea di prodotti bag-in-box (sacchi asettici in seguito confezionati in scatole). L’innovazione apportata da GNovasteril per noi è l’assenza di tappo nei sacchi asettici, che ha permesso una riduzione dei costi e un incremento della velocità di riempimento. GNovasteril vanta inoltre una maggiore qualità della barriera asettica, una minore penetrazione dell’ossigeno che si traduce in migliore conservazione del prodotto e l’utilizzo di un materiale altamente personalizzabile tramite stampa rotocalco, quindi un servizio ulteriore che possiamo offrire ai nostri clienti e uno strumento per penetrare nuovi mercati. In generale, l’introduzione di GNovasteril ci ha consentito di migliorare la produttività e abbattere i costi anche al di là dalla campagna del pomodoro, concretizzando ulteriormente la nostra attenzione su una migliore gestione delle risorse.
Il mercato si sta dunque muovendo sempre di più verso le buste asettiche?
È logico che questa sia la direzione, e i vantaggi rispetto al vetro e alle lattine sono numerosi, sia in termini di sostenibilità che di marketing: minori emissioni dovute al trasporto del contenitore vuoto, basso impatto ambientale, maggiore sicurezza nell’apertura, facilità di manipolazione, ampie possibilità di personalizzazione serigrafica della confezione.