Dai dati presentati emerge come la cosmesi abbia un valore pari allo 0,6% della ricchezza totale prodotta in Italia. Le esportazioni di beni legati a questo settore coprono l’1% dell’export italiano. In termini di fatturato totale, il settore cosmetico nazionale nell’ultimo anno ha raggiunto un valore di 10,5 miliardi di euro e l’export è riuscito a toccare i 4,3 miliardi.
Inoltre, la cosmesi made in Italy presenta una bilancia commerciale da record, pari a 2,3 miliardi di euro, che supera quella di altri settori italiani d’eccellenza come la pasta, l’occhialeria, i motocicli e le imbarcazioni di lusso.
I prodotti che hanno registrato le crescite più significative nel corso del 2016 sono stati quelli per le labbra, con un +6,8% rispetto all’anno precedente e quelli per il trucco viso, che hanno raggiunto un incremento del 4,5%. Spicca l’interesse dei giovani nei confronti del make-up: nel segmento under 25 i prodotti per il trucco hanno avuto una crescita di 10 punti percentuali.
Il peso dei giovani si avverte anche nel notevole aumento degli acquisti online, che nel 2016 hanno registrato un +36% in Italia.
Il consumo da parte delle donne risulta ancora molto superiore rispetto a quello maschile: infatti, il 76% dei consumi cosmetici in Italia viene effettuato dalle donne, mentre gli uomini si limitano al restante 24%.
Il packaging è una componente molto importante di questo settore: l’imballaggio, infatti, ha registrato un fatturato di 3.300 miliardi di euro, +5% rispetto al 2015, e un export pari a 1.650 miliardi di euro, con un +10% sull’anno precedente.
Nel 2017 ricorre il 50esimo anniversario di Cosmetica Italia; per questo l’associazione ha organizzato diverse iniziative, da installazioni in città quali Bologna, Milano e Roma a newsletter e pagine social che raccontano la storia e l’andamento attuale del mondo della cosmetica.
“I 50 anni celebrati anche dalle statistiche del Centro Studi – afferma Gian Andrea Positano, Responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia – confermano le caratteristiche di un settore anelastico e refrattario alle congiunture negative di questi ultimi decenni. Con la crescita logaritmica delle esportazioni, con la tenuta dei consumi interni, modificati nelle preferenze di canale e di gamma, i fatturati delle imprese specializzate crescono ben al di sopra della media manifatturiera italiana”.