“L’arrivo della bella stagione conta fino ad un certo punto con l’impennata di esportazioni del 43% del gelato nostrano”. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al gennaio 2009 dopo che nel 2008 le spedizioni all’estero hanno sfiorato per la prima volta i 200 milioni di euro. Quasi il 90% delle esportazioni è diretto - sottolinea la Coldiretti - verso i Paesi dell’Unione Europea. Francia, Germania e Spagna sono i principali Paesi di consumo. Ma un po’ in tutto il mondo il gelato di qualità è ormai considerato un prodotto tipico italiano.
E quali i nuovi trend? Secondo rilevazioni Epam – l’Associazione dei Pubblici Esercizi aderenti all’Unione del Commercio di Milano - si confermano gusti classici come la crema, tallonata a distanza da fragola, limone e pistacchio, ma si fanno avanti novità come il gusto mojito.
Accanto all’offerta tradizionale, in Italia nel 2009 - precisa la Coldiretti - si è assistito al tramonto dei gusti artificiali e a una riscoperta dei gusti di stagione e locali ottenuti da prodotti caratteristici del territorio come la frutta. In particolare - continua l’associazione - si è verificata una moltiplicazione delle iniziative volte a garantire la genuinità del prodotto a partire dall’impiego di latte fresco di produzione locale al posto dei surrogati a basso costo.
In crescita la preparazione casalinga di gelati che consentono un’accurata selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, ma sul mercato non mancano però le novità come la produzione di gelati a base di latte d’asina, particolarmente apprezzato per le sue proprietà. In crescita anche il numero di agrigelateria che offre gelati ottenuti da latte appena munto in stalla o gusti a ‘chilometri zero’ perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l’ambiente. Esempi di creatività che hanno ulteriormente aumentato il numero di gusti disponibili: oggi si stima ci siano ormai più di 600 gusti differenti a disposizione del consumatore.