L'industria dell'imballaggio pensa positivo per il secondo semestre

Stando al report congiunturale dell'Osservatorio Ipack Ima: i dati su fatturato, export e occupazione legittimano a pensare che il peggio sia alle spalle
Anche se è prematuro parlare di ripresa, la congiuntura semestrale della filiera industriale italiana dell'imballaggio lascia trasparire segnali che legittimano un cauto ottimismo per la seconda metà dell'anno. È quanto emerge dal report congiunturale semestrale dell'Osservatorio Ipack-Ima. Il documento evidenzia, a consuntivo del primo semestre, una certa tenuta del fatturato per le imprese del comparto, che hanno consolidato la miniripresa del 2010-2011 e adesso attraversano una fase di sostanziale stabilità in attesa dell'evoluzione della congiuntura internazionale. L'export continua a rappresentare una componente importantissima, nonostante le difficoltà che colpiscono anche la maggior parte dei mercati di sbocco, e si registra la buona tenuta dell'occupazione, segno di fiducia nel futuro dei nostri imprenditori, confermata dalle attese di segno positivo per il secondo semestre. L'analisi si sofferma sulla filiera industriale completa dell'imballaggio (macchine, materiali e servizi) e presenta prevalenza di imprese che nel primo semestre indicano fatturato stabile (43%) o in aumento (20%) rispetto alla seconda metà del 2011, su quelle che hanno registrato diminuzione (37%). Il campione Ipack-Ima, a cui fa riferimento l'Osservatorio, è particolarmente rappresentativo, per due ordini di motivi. È ampio (255 imprese che aggregano un fatturato di 6 miliardi di euro e 23mila addetti circa) ed è ben assortito nelle nove business community industriali, sulle quali vengono sviluppate indagini verticali. In pratica, le rilevazioni acquistano maggiore significato perché l'analisi del grande comparto della meccanica strumentale italiana avviene per settore di destinazione (Beverage, Chemicals industrial & home, Confectionary, Dairy, Grain Based Food, Hygiene & Beauty, Meat, Vegetable & Fruit e Pharma, secondo le etichette internazionali che identificano le diverse business community), diversamente dalle tradizionali indagini congiunturali che si riferiscono al solo settore di produzione. Le analisi, e conseguentemente i dati, mettono in rilievo andamenti non omogenei nelle tre tipologie settoriali delle imprese della filiera. Più vivace, nel primo semestre, è stato l'andamento del fatturato per le imprese che offrono servizi (pesano sul campione per l'8%), mentre sia le imprese di materiali/imballaggi che quelle produttrici di macchinari presentano un saldo negativo. Va meglio con le esportazioni, dove prevale di gran lunga la stabilità, in ciascuno dei comparti. Quanto alle attese per la seconda metà dell'anno, si evidenziano tendenze tutte a migliorare i risultati del primo semestre, con il dato positivo (stabile o in crescita il fatturato, per il 70% delle imprese, e l'export, per il 78%) che va a stemperarsi nel passaggio dai servizi, sempre meglio proiettati, verso i macchinari, per i quali la previsione resta di stabilità e comunque non negativa. Su tutte le percentuali, la migliore è quella riguardante l'occupazione (stabile o aumento per l'85% del campione aggregato).