Economia circolare tra verità e falsi miti

Levissima, da sempre impegnata nell’economia circolare, condivide buone pratiche sostenibili per approfondire i falsi miti sul riciclo della plastica, con l’obiettivo di promuovere una cultura della sostenibilità che riconosce il valore di ogni bottiglia, che, se riciclata correttamente, può diventare una risorsa.
Il corretto uso delle risorse e il riciclo rappresentano elementi fondamentali nella nostra società e costituiscono la base di uno stile di vita sostenibile, ma in Italia vi è ancora poca consapevolezza su questi temi, sia dal punto di vista della formazione che delle corrette pratiche da adottare, tanto che appena il 48,6% della plastica immessa al consumo nel Paese viene poi riciclata. 

Levissima, ambasciatrice dell’economia circolare grazie a Regeneration, il suo progetto per promuovere la sostenibilità e la valorizzazione delle risorse, condivide consigli e buone pratiche per educare e promuovere il corretto riciclo. 

Da quest’anno tutte le bottiglie di acqua minerale Levissima hanno plastica riciclata. In particolare, hanno almeno il 25% di R-PET, anticipando di 2 anni l’obbligo di legge previsto dalla comunità europea.

Secondo un sondaggio IPSOS presentato a luglio 2023 in occasione della X edizione dell’Ecoforum, in Italia nel 2023 è cresciuta la quota dei conoscitori dell’economia circolare, che arriva però solo al 45%. Nonostante questa percentuale sia in crescita, con un incremento del +5% rispetto a cinque anni fa, il 18% dei rispondenti al sondaggio dichiara di non averne sentito parlare. Il 34% dichiara invece di averne sentito parlare ma di non sapere di cosa si tratta, mentre il 3% l’ha addirittura confusa con un’altra disciplina. 

Questi dati evidenziano che sicuramente c’è ampio spazio per ampliare la conoscenza dei principi dell’economia circolare per avvicinarli alla sostenibilità, come concetto più ampio e più noto. Inoltre, i dati confermano come sia importante lavorare per offrire una maggiore consapevolezza del trend positivo del Paese, considerato che il 43% dei cittadini non sa e non ritiene credibile che l’Italia abbia la percentuale più alta in Europa sul riciclo. 

In questo contesto Levissima si fa ambasciatrice delle tematiche relative all’economia circolare, con l’obiettivo di divulgare e promuovere una cultura della sostenibilità che riconosce il valore di ogni bottiglia, che, se riciclata correttamente, può diventare una risorsa. 

Di recente Levissima ha condiviso alcuni approfondimenti dei principali falsi miti e dubbi degli italiani. 

Riciclo vs. Riuso

Riciclare significa “utilizzare nuovamente materiali di scarto o di rifiuto di precedenti processi produttivi”, ovvero trasformare materiali di scarto e rifiuti recuperati grazie alla raccolta differenziata in nuovi beni (le cosiddette materie prime seconde) dando loro una seconda vita. Con riuso, invece, ci si riferisce alla possibilità di riutilizzare oggetti che non sono ancora diventati scarti o rifiuti: riutilizzando qualcosa si ha la possibilità di non far terminare il suo ciclo di vita, evitando che finisca in discarica. 

Riciclato vs. Riciclabile

Con il termine “riciclato” si fa riferimento alla “materia prima seconda” ricavata da un processo di riciclo, ovvero scarti di produzione o di materie derivanti da processi di riciclo che possono essere reimmesse nella produzione come nuove materie prime, così da realizzare nuovi prodotti utilizzando meno materie prime vergini. Con “riciclabile”, invece, si fa riferimento alla materia prima che, grazie ad un processo di riciclo, può essere reimmessa nella produzione per realizzare nuovi prodotti. In particolare, un imballaggio in plastica è considerato riciclabile (come il PET) se, fin dalla fase della progettazione, è pensato per esserlo e se, al tempo stesso, i suoi processi di raccolta e riciclo dimostrano di funzionare concretamente per la maggioranza dei contesti locali cui si fa riferimento.

PET vs. R-PET

Esistono diversi tipi plastica, ognuna con caratteristiche diverse. L’R-PET (Recycled polietilene tereftalato) indica un polimero ottenuto attraverso processi di recupero e riciclo del comune PET post consumo utilizzato per contenere alimenti. Si tratta di un materiale identico per qualità, sicurezza e resistenza al PET tradizionale, che è uno dei materiali migliori in grado di mantenere inalterate le caratteristiche uniche di purezza originaria dell’acqua minerale, garantendo che arrivi sulle tavole dei consumatori così come sgorga alla fonte. L’R-PET, inoltre, come il PET vergine, può essere riciclato innumerevoli volte. 

Bottiglia a fisarmonica o sottiletta?

Quando si butta via una bottiglia d’acqua, è sempre meglio appiattirla per il lungo, come una “sottiletta”, invece che accartocciarla dall’alto verso il basso, tipo fisarmonica. Ciò è importante per facilitare il lavoro dei macchinari per selezionare e dividere i rifiuti di plastica. Un accorgimento che può sembrare banale, ma che se applicato ai miliardi di bottiglie che l’Italia consuma ogni anno, può fare la differenza nella quantità (e qualità) di plastica riciclata. 

Tappi no o tappi sì?

Nel gettare una bottiglia, è corretto riciclare anche il tappo di plastica, insieme alla bottiglia. Si tratta infatti di una questione al centro di molti dibattiti negli ultimi anni, per il fatto che i tappi venivano realizzati con diversi tipi di plastica rispetto a quelli usati per la produzione delle bottiglie. Tuttavia, esistono apparecchiature adibite al trattamento di tappi e bottiglie, che li dividono in flussi separati all’interno degli impianti di smistamento. 

Sporca o pulita? 

Infine, è opportuno che le bottiglie – o eventuali contenitori da buttare – siano privi di residui di cibo grossolani per poter essere differenziati, ma è bene sapere che gli impianti di selezione e riciclo prevedono anche una fase depurativa dei rifiuti e sono perfettamente in grado di smaltire piccole tracce di sporco.

Leggi l'articolo completo su Beverage Machines 4 di Novembre-Dicembre.
Gallery