Macchine plastica, fatturato ed export in crescita

Amaplast ha reso noti i risultati dell'Indagine Statistica Nazionale svolta tra 400 aziende costruttrici che, nel 2021, hanno generato un fatturato di oltre 4 miliardi di euro. Positivi anche i primi dati riferiti al 2022.

AMAPLAST, l'associazione nazionale di categoria, aderente a Confindustria, che raggruppa circa 170 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma, ha condiviso i risultati emersi dalla seconda edizione dell’Indagine Statistica Nazionale, svolta dal Centro Studi MECS-Amaplast tra 400 aziende costruttrici (con 13.900 addetti) che, nel 2021, hanno generato un fatturato di oltre 4 miliardi di euro, in crescita di dodici punti sul 2020 e con una quota export del 72%.

Una domanda interna molto vivace - sostenuta dagli incentivi 4.0 - e il buon andamento delle esportazioni, soprattutto verso il mercato nordamericano, hanno consentito di recuperare ampiamente i livelli pre-Covid e le aziende si dichiarano moderatamente fiduciose anche per l’anno in corso. Naturalmente, però, l’entità e il consolidamento del rimbalzo sono condizionati dagli ormai ben noti fattori negativi che caratterizzano la realtà economica, al di là della fisiologica normalizzazione della curva domanda-offerta, dopo i picchi che hanno seguito la crisi Covid-19: l’incremento dei costi di materie prime ed energia ma soprattutto la difficile reperibilità di componentistica, l’aumento delle tariffe dei trasporti e le tensioni internazionali, nonché le incertezze dovute al ripresentarsi delle ondate pandemiche.

L’indagine è stata presentata nel corso dell’annuale assemblea dei soci Amaplast, che si è svolta giovedì 7 luglio 2022 presso Villa Borromeo a Cassano d'Adda.

I DATI DEL 2021

La seconda Indagine Statistica Nazionale restituisce il monitoraggio di circa 400 aziende italiane costruttrici di macchine, attrezzature e stampi per plastica e gomma, che danno lavoro a oltre 13.900 addetti e che nel 2021 hanno generato un giro d’affari di oltre 4 miliardi di euro (+12% sul 2020). La quota export media si attesta al 72%, con punte dell’82% per le aziende di maggiori dimensioni. E sono proprio le imprese che rientrano nella classe di fatturato oltre i 50 milioni (meno del 5% del totale) a contribuire in misura preponderante al fatturato (oltre il 38% di quello complessivo).

Dal punto di vista territoriale, la maggior parte delle aziende (il 52% circa) è localizzata in Lombardia, in primo luogo nelle Province di Varese, Milano e Brescia; segue l’Emilia-Romagna con il 15%, il Veneto con il 13% e il Piemonte con il 9%.

Per quanto riguarda i settori clienti dei costruttori di macchinari, l’imballaggio si conferma al primo posto, rappresentando il 41% del totale (27% alimentare e 14% non-food), seguito dall’automotive con il 18% e dall’edilizia (10%), solo per citare gli sbocchi di maggiore rilievo. Merita un cenno anche il segmento del medicale che, pur con una quota sul totale piuttosto limitata (5%, comunque un punto in più rispetto la 2020), non sorprendentemente ha determinato un incremento di fatturato del 38% per le aziende fornitrici.

In linea con quanto emerso dalla precedente Indagine, tra le macro-categorie di macchinari è stata quella dell’estrusione ad aver realizzato la quota preponderante della produzione complessiva, con il 19% del totale; a seguire, gli ausiliari con il 14%, le macchine a iniezione con l’11% e gli stampi/filiere per plastica con poco meno dell’8%.

UN PRIMO SGUARDO AL 2022

Al quadro riferito al 2021 si aggiungono gli indicatori relativi al primo trimestre 2022, che descrivono un andamento ancora positivo: infatti, rispetto allo stesso periodo del 2021, gli ordini risultano in aumento del 10%, il fatturato del 16%, l’export del 13% e l’import del 9%. Anche le attese per il secondo trimestre sono improntate a un certo ottimismo, almeno per quanto riguarda la consistenza delle commesse in entrata, stimate in ulteriore aumento, nell’ordine del 6-7%. Naturalmente, le diverse incognite e criticità che si susseguono e si sovrappongono da diversi mesi preoccupano non poco gli imprenditori che, pur rimanendo fiduciosi, si attendono un bilancio 2022 ancora positivo ma meno brillante rispetto a quello dello scorso anno.

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